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Taiji, la baia insanguinata

Esistono posti meravigliosi da un punto di vista naturalistico che possono essere trasformarti dall’uomo in veri e propri monumenti all’orrore. Uno di questi e’ la baia di Taiji una cittadina del distretto di Higashimuro, nella prefettura di Wakayama, in Giappone. Ogni anno, a settembre, a Taiji inizia la caccia al delfino che rappresenta una delle principali risorse economiche della zona.

Ogni anno vengono catturati migliaia di delfini e mentre un esiguo numero viene selezionato per essere addestrato e costretto in cattivita’ nei delfinari di tutto il mondo, la gran parte viene uccisa e la carne, pericolosa per l’uomo per l’altissima concentrazione di mercurio che contiene, viene usata per il consumo alimentare ed e’ quasi sempre spacciata per carne di balena.

In tutto il Giappone sono ben 20.000 i delfini e le focene che vengono uccisi ad ogni stagione di pesca. La maggior parte (18.000) sono delfini uccisi in mare a colpi di arpione nella parte ettentrionale del paese. Lo tsunami dell’ 11 marzo 2011 ha distrutto gran parte delle infrastrutture associate a questo massacro ma lo sterminio dei delfini non si e’ arrestato.

La zona costiera di Taiji è splendida nella sua bellezza, ma purtroppo è macchiata dal sangue e dalla sofferenza di migliaia e migliaia di delfini e altri cetacei di piccole dimensioni. La caccia delle balene e dei delfini è praticata nella zona da moltissimo tempo ma negli ultimi decenni l’uso di barche a motore ha portato centuplicato il numero dei delfini uccisi.

Taiji è situato nell’ angolo protetto di una baia. Vicino l’ingresso del porto si trova quella che viene definita “The cove”, una laguna con una specie di imbuto naturale formato da speroni di roccia e secche che ne circonda l’ingresso.

Ogni mattina, da settembre a marzo, una dozzina di piccole imbarcazioni da pesca escono in mare al largo della costa Wakayama ed iniziano a pattugliare le rotte migratorie dei delfini. Una volta che una barca individua un branco di delfini allerta le altre del gruppo e insieme i pescatori iniziano a battere con un martello su una flangia metallica. Questo rumore spinge i delfini e gli altri cetacei verso l’ingresso della laguna e una volta entrati i pescatori provvedono a chiudere l’ingresso con delle reti. A questo punto gli addestratori potranno selezionare ed acquistare, a prezzi che si aggiornano intorno ai 150 mila dollari, gli esemplari che gli interessano. Gli altri, intere famiglie di cetacei, verranno uccisi a colpi di lancia trasformando l’acqua cristallina della laguna una agghiacciante distesa rosso sangue. Quasi mai i delfini muoiono immediatamente e lo spettacolo dei cetacei feriti che cercano di attraversare le reti poste dai pescatori e dopo alcuni tentativi sprofondano nelle acque delle baia e’ un orrore nell’orrore.

Questa pratica di pesca era sconosciuta fino a circa dieci anni fa. Un enorme contributo alla conoscenza di questo sterminio si deve alla documentazione prodotta da Ric O’ Barry autore del docufilm “The cove”, Ric era un addestratore di delfini, i meno giovani ricorderanno la serie tv ”Flipper” il nome di un cetaceo addestrato da Ric che divenne il beniamino di molti giovani telespettatori in tutto il mondo. Ma quando uno dei suoi amati animagli gli mori’ fra le braccia, Ric O’ Barry prese coscienza della sofferenza di questi intelligenti cetacei e comincio’ a battersi per la loro liberazione dai delfinari: Kathy era una femmina di delfino che, depressa da un vita in gabbia, si era lanciata fuori dalla vasca per suicidarsi, trattenendo il respiro.

Il film “The cove” Con le sue immagini miste di poesia e terrore ha sensibilizzato milioni di spettatori ma anche preoccupato il governo Giapponese ed ottenuto un primo risultato: le autorita’ di Tokyo hanno bloccato un programma per fare entrare nel menù delle mense scolastiche la carne di delfino che ancora i giapponesi continuano a non considerare pericosa. Le autorita’ nascondono all’opinione pubblica i dati sull’alta concentrazione di mercurio nelle loro carni.

Gli attivisti di Sea Shepherd si battono per bloccare l’attivita’ dei cacciatori di cetacei della baia di Taiji ed un gruppo di volontari denominato ”I guardiani della baia” si alternano nel presidiare la costa dove viene effettuata la pesca, ostacolati e spesso tratti in arresto dalle autorita’ di Tokyo.

Per conoscere meglio l’attivita’ di Sea Shepherd si puo’ visitare il sito dell’organizzazione:
http://www.seashepherd.it/cove-guardians/

Per protestare contro lo sterminio dei delfini il giorno prima dell’inizio della nuova stagione di sterminio, il 31 agosto, sono in programma manifestazioni di protesta nei confronti del governo giapponese in molte citta’ del mondo. E’ possibile visualizzare la mappa delle iniziative gia’ programmate.

Le foto di questo articolo sono tratte dal sito di Sea Shepherd.

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