balcaniDi là dall’Adriatico, tra i resti dell’ex Jugoslavia e appena oltre i suoi confini, tre piccoli stati si aprono oggi al turismo, dopo anni di travagli e di instabilità politica. Macedonia, Kosovo e Albania: sulla mappa dell’Europa ci sono nuovi itinerari da scoprire! Tre dei Paesi più piccoli e meno popolosi d’Europa, che hanno ottenuto l’indipendenza da grandi Imperi o si sono staccati da ciò che rimaneva dell’ex Jugoslavia: Macedonia, Kosovo e Albania sono, a dispetto dei pregiudizi, paesi pacifici, ricchi di storia, di cultura, di natura incontaminata.

Nei secoli passati i Balcani sono stati il ponte che molti popoli dell’Europa e del Medio Oriente hanno attraversato, lasciando tracce importanti del loro passaggio: non solo negli edifici, con imponenti monasteri, mosaici multicolore, iconostasi riccamente decorate, affreschi di epoca medievale, ma anche nella cultura, attraverso la religione ortodossa, i piatti tipici, i costumi tradizionali e l’effervescente musica balcanica.Tre paesi per tre identità.

 

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Kosovo: un paese in rapida trasformazione dal punto di vista economico, architettonico e sociale; grande come l’Abruzzo, il Kosovo è culla di tante culture e di tante religioni, ospita moschee, patriarcati serbi ortodossi e chiese cattoliche: insomma, un paese di contrasti, dal ritmo effervescente e dall’ospitalità calorosa. È l’ultima tra le nazioni europee ad aver raggiunto l’indipendenza, dichiarata il 17 febbraio 2008 e ad oggi riconosciuta da 65 nazioni ma non dall’ONU.

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Macedonia: indipendente dal 1991, questo piccolo stato è un’esplosione di natura: un terreno scosceso, fatto di grandi montagne e valli profonde, che ospitano ampi laghi che si aprono come verdi occhi rivolti verso il cielo. I golosi saranno felici di sapere che sono 3 i presidi Slow Food in Macedonia: il kashkaval, il formaggio d’alpeggio di Mavrovo Reka, il peperone di Bukovo, il miglior peperone da condimento, da consumarsi macinato assieme a minestre e carni grigliate, e lo slatko di fichi selvatici, una sorta di composta di fichi verdi.

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Albania: Greci, Romani, Bizantini e Ottomani si sono succeduti nei secoli, lasciando importanti tracce nell’architettura e nella cultura locali, tracce a cui si sovrappongono i segni lasciati da 45 anni di comunismo: castelli e monasteri sorgono accanto ad edifici razionalisti e ad importantissimi siti archeologici, in un curioso accostamento di stili e di forme.  Anche la natura, nonostante il territorio non sia molto esteso, offre una grande varietà di ambienti: si passa da piccole pianure coltivate a colline dolci a impervie montagne, per arrivare fino alle coste, dove crescono gli ulivi e si respira, inevitabilmente, l’aria del Mediterraneo. Anche qui c’è in serbo qualche chicca da gourmet: nella zona di Permet si trova infatti un presidio Slow Food, il gliko, una composta di frutta intera fatta con ciliegie bianche, melanzane, fico selvatico, prugne o albicocche. Il gliko più caratteristico è certamente quello di mallo di noci, prodotto con le noci verdi intere.