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Iran boom di visti e prenotazioni dall’Italia

L’elezione del presidente Hassan Rohuani, ritenuta da molti come l’inizio di un nuovo corso in Iran, ha creato attese e speranze in patria e all’estero. Il cambio al vertice ha inciso molto anche sull’immagine del Paese mediorientale, come dimostrano i dati sul turismo verso la Persia, che da qualche mese sta vivendo una vera e propria rinascita.
Oltre quattro milioni di turisti stranieri hanno scelto la Repubblica islamica come meta dei loro viaggi nell’ultimo anno del calendario persiano (marzo 2013 – marzo 2014). Un vero e proprio boom – secondo gli analisti – sul quale hanno avuto un impatto decisivo le aperture all’Occidente del presidente Hassan Rohani.

Un flusso costante, in questi primi mesi dell’anno, che ha avuto effetti benefici sull’economia dell’Iran, fiaccata da oltre 30 anni di sanzioni internazionali. Secondo il vice presidente, Masoud Soltanifar, nell’ultimo anno il turismo ha prodotto introiti per cinque miliardi di dollari. Al punto da spingerlo a dichiarare con enfasi che “uno tsunami di turisti stanieri” ha colpito il paese.

I dati raccontano meglio di qualunque altra cosa il rilancio di questo settore. Tra il 21 marzo e il 20 aprile (primo mese del calendario persiano), 4.594 gruppi organizzati da tour operator stranieri hanno visitato la Repubblica islamica, piu’ del doppio rispetto allo stesso periodo del 2013, come ha rimarcato il numero due dell’organizzazione iraniana per il Patrimonio Culturale e il Turismo, Morteza Rahmani-Mohaved.

I numeri evidenziano un vero e proprio boom di visitatori, tanto da “far impennare del 150% su base annua il numero di turisti che il mese scorso hanno visitato l’Iran” come ha scritto l’agenzia Isna citando fonti ufficiali. I flussi risultano particolarmente diretti verso zone molto rinomate come Isfahan, Shiraz/Persepoli e Yazd, che sono situate in zone calde o desertiche, fermo restando però che si tratta di un caldo secco: chiunque abbia esperienza di realtà torride sa che l’assenza di umidità rende impossibile paragonare quelle temperature con le nostre, associate ad alta umidità. Altra meta tra le principali è ovviamente Tehran – una capitale da più di 10 milioni di abitanti, che si estende per 100 chilometri – dove modernità e antichità si mixano in modo affascinante e che si sviluppa da quote collinari ad altitudini quasi montane.

Non è un caso che negli ultimi mesi, il trend dei viaggi verso il paese delle Mille e una notte si è ulteriormente consolidato. Con tante prenotazioni dall’Italia per l’Iran quante quelle che si registravano, di norma, in un intero anno. ”Il numero dei visti rilasciati dai due consolati presenti in Italia, negli ultimi tre mesi, è infatti di 5.600 – ha precisato l’Istituto culturale dell’ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran – e non comprende gli italiani che sono entrati da altri paesi (come gli Emirati o la Turchia, ndR) o quelli che hanno ottenuto il visto direttamente in aeroporto”.

Tra i primi a mettere le basi per la ricostruzione di quel ponte culturale che legava Italia e Iran prima dell’11/9 e delle nuove direttive internazionali che hanno isolato l’Iran dagli stati Occidentali (perché il flusso commerciale, industriale e turistico verso l’Asia invece non ha mai smesso di essere fiorente) è stato proprio l’ex ministro della Cultura, Massimo Bray, che si era recato in Iran già alla fine dello scorso gennaio in visita ai resti dell’antichissimo sito di Bam, distrutto da un terremoto. ”Italia e Iran vogliono mettere a punto strategie comuni nel settore turistico”, aveva detto a margine della sua visita nella repubblica islamica.

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