islanda.home jpgIsola affascinante ed estrema, l’Islanda è una meta che ad ogni stagione fa un regalo ai viaggiatori,. L’estate è la volta del Sole di Mezzanotte. Tra le isole più affascinanti del mondo non figurano solo i luoghi caldi con spiagge bianchissime, palme e sole tutto l’anno. La realtà opposta rivela molte più sorprese di quanto ci si possa aspettare ed un’esperienza davvero straordinaria è visitare una terra che sembra dimenticata dal tempo, dove la potenza della natura e la bellezza dei paesaggi non hanno nulla da invidiare al fascino esotico.

Estremo nord d’Europa. Isola dove ghiaccio e fuoco si sposano per dare vita a paesaggi surreali, di grandissima suggestione, e dove si percepisce realmente l’energia vitale e dirompente del nostro pianeta. Con un’industria pesante di minime dimensioni e lontana dalle irrespirabili città del mondo industrializzato, l’Islanda può vantarsi di avere una delle arie più pure, fresche e salutari del mondo. Uno strano Paese, l’Islanda, diverso da ogni altro abbiate avuto la fortuna di visitare: terra priva di alberi, battuta da forti venti provenienti dal mare, un luogo dove i fiumi cambiano spesso percorso e lasciano dietro di sé ponti orfani delle loro acque. Dove la terra ansima forte, sputando nell’aria colonne di vapori bollenti. Una terra estrema, di ghiaccio e di fuoco, dove la gente non ha cognome, dove non esiste un esercito e non si è mai combattuta una guerra. L’Islanda è un compendio di geologia, un enorme libro vivente da sfogliare e ammirare.

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La natura di ghiaccio e fuoco

Persino il nome stesso di Islanda è un paradosso. Naturalmente c’è ghiaccio – è il più vasto ghiacciaio d’Europa – ma anche una delle più estese e calde zone geotermiche del globo. L’Islanda è soprattutto una terra di contrasti: vulcani e sorgenti calde a fianco di ghiacciai; soffice erba e muschio a fianco di deserti di sabbia nera, campi di lava e rocce spoglie; vette maestose, profonde vallate e precipizi abissali; inverni rigidissimi ed estati idilliche, quando il sole non tramonta mai. La terra stessa crea un altro contrasto, quello con il mare, linea di separazione e al medesimo tempo di congiungimento con il mondo esterno, mezzo numero uno di sostentamento per gli abitanti di questa nazione. Tutto paradossale come gli islandesi stessi, che hanno scelto di vivere ai limiti del mondo abitabile, fortemente consci delle proprie radici e tradizioni, ma proiettati e già inseriti nel moderno mondo tecnologico.

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Un insolito focolaio

Il vulcano dell’Hekla ha sempre suscitato grande terrore agli islandesi, e nel Medioevo era considerato la porta dell’Inferno. Ancora oggi nessuno si avventurerebbe nel suo interno, data la costante attività eruttiva. Ma tali eruzioni rientrano nello standard islandese, laddove i 200 vulcani conosciuti eruttano ad una media di uno ogni quattro anni. Formatosi “solamente” 16-20 milioni di anni fa, l’Islanda è il più giovane paese d’Europa. La sua propaggine più “nuova” ha poco più di trent’anni – si tratta dell’isolotto di Surtsey, che apparve all’improvviso al largo della costa meridionale, in seguito ad un’eruzione sottomarina, nel 1963, e che ha già cominciato ad essere colonizzata da forme vegetali semplici. La ragione di tutto ciò? L’Islanda giace a cavallo delle due placche terrestri, facendo da ponte fra Europa e Nord-America, e le placche si allontanano l’una dall’altra al ritmo di 1 cm. all’anno.

Chi ha messo il ghiaccio in Islanda?
Il freddo nome di Islanda – “Terra del ghiaccio” – data indietro nel tempo, allorquando un vichingo deluso, sulla via del ritorno dopo un inverno invivibile nell’isola appena scoperta, scorse degli iceberg in un fiordo e battezzò in tal modo l’isola, allo scopo di scoraggiare possibili colonizzatori. Ma c’è un grano – gelato – di verità nel nome – la fredda realtà che circa un nono dell’Islanda è permanentemente  ricoperto dai ghiacciai eterni. La calotta immensa di Vatnajökull, costituisce il più vasto ghiacciaio d’Europa (8.400 km2), e ricopre per buona parte vulcani attivi. Il più famoso dei ghiacciai islandesi è però senza dubbio lo Snæfellsjökull, che domina l’omonima penisola della costa occidentale, visibile persino da Reykjavik nelle giornate serene. A lungo considerato fatato, il ghiacciaio venne scelto da Giulio Verne come punto di partenza del suo immortale “Viaggio al centro della terra”.

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L’Islanda è nota in tutto il mondo per essere la terra dei geyser per antonomasia. Di origine vulcanica, dal punto di vista geologico è un paese molto giovane, ancora in via di formazione, per questo sono numerose le attività vulcaniche e geotermali. I geyser sono manifestazioni vulcaniche secondarie, sorgenti in grado di alzare colonne d’acqua calda ad intervalli regolari, creando spettacoli di grande attrazione.

Il più grande geyser d’Islanda, nonché il più famoso del mondo, è il Geysir, che ha dato universalmente il nome al fenomeno. Si trova a circa 150 km a nord di Reykjavik e vanta più di ottomila anni d’età: la sua fontana spara fino a sessanta metri di altezza. Vicino a Geysir è sorto Strokkur, fratellino minore nato durante un terremoto del 1294, molto più piccolo ma più attivo, con un getto di una ventina di metri ogni cinque minuti. Intorno al sito, chiamato Circolo d’Oro, si trovano altre sorgenti di acqua calda, torrenti caldi e depositi minerali che rendono la zona cosi carica di suggestioni particolari, tanto da sembrare di essere su un altro pianeta.

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Le attrazioni turistiche più visitate dell’Islanda

Gullfoss e Geysir
Le attrazioni turistiche più visitate dell’Islanda si trovano nella parte centromeridionale dell’isola.
Gullfoss è una cascata a due livelli molto fotogenica e quando il sole splende (cosa piuttosto rara) si riesce a vedere l’arcobaleno. Il luogo doveva essere venduto a impresari internazionali per lo sfruttamento dell’energia idroelettrica, ma è poi stato comprato dal governo che ne ha fatto un monumento nazionale.
Nelle vicinanze si trova Haukadalur, un tempo uno dei grandi centri di insegnamento dell’Islanda meridionale.
Immediatamente a est di Gullfoss si trova Geysir, la zona che contiene i migliori geyser del paese.
L’attrazione principale è il “Grande Geysir” che cominciò la sua attività nel XIV secolo per cessare all’inizio del XX secolo, dopo che migliaia di turisti avevano cercato di soffocarlo gettandovi dentro pietre e terra.
Per fortuna il Grande Geysir ha un sostituto, il vicino Strokkur, i cui getti raggiungono i 20 metri: hanno una frequenza di 3 minuti ma i fotografi devono essere rapidi perché durano solo alcuni secondi.
Intorno al sito si trovano altre sorgenti di acqua calda, torrenti caldi, alghe psichedeliche e depositi minerali.

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Myvatn

Myvatn, nella parte nordorientale dell’Islanda, è considerata una delle meraviglie naturali del mondo.
Gran parte di questi luoghi ha caratteristiche vulcaniche o geotermiche, ma la gemma della riserva è uno splendido lago blu brulicante di uccelli.
Inoltre, grazie alla sua particolare posizione, protetta da un enorme ghiacciaio, la riserva ha un clima tra i migliori dell’Islanda.
I viaggiatori si possono rilassare e trascorrere qui una settimana campeggiando, oppure effettuare delle escursioni al Parco nazionale dello Jökulsárgljúfur, alle grotte di ghiaccio del Kverkfjöll, alla caldera di Askja o al cratere di Hverfell.

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Helgafell

Helgafell è la montagna sacra così presente nella storia e nella letteratura islandese.
È una collina alta 73 metri, ma conserva parte del suo alone magico e chi segue alcune semplici regole mentre la scala potrà esaudire tre suoi desideri.
In primo luogo, bisogna risalire il pendio sudoccidentale fino alle rovine del tempio senza parlare o voltarsi indietro.
In secondo luogo, i desideri devono avere nobili intenti e devono essere fatti da un cuore innocente.
Infine, bisogna discendere dal pendio orientale e non rivelare a nessuno ciò che si è desiderato.
Helgafell si trova 5 km a sud di Stykkishólmur, nell’Islanda centro-occidentale.

Kerlingarskard
Il nome Kerlingarskard significa “passo della strega”: secondo la leggenda, questo strano luogo era abitato da una femmina di troll fino a quando essa fu trasformata in una colonna di pietra ai piedi del Kerlingarfjall, la montagna che forma il lato orientale del passo.
Nelle vicinanze si trova un lago, dove si crede che la strega pescasse.
Nel XIX secolo, un residente locale disse di aver visto enormi impronte che conducevano all’acqua e sono anche stati segnalati alcuni avvistamenti di misteriose creature come a Loch Ness.
Per gli arditi, è possibile campeggiare ed esplorare il lago ma il tempo è spesso ingrato.
Gli autobus che collegano Reykjavík a Stykkishólmur attraversano questo passo.

islanda sorgenti caldeGrímsey
Una parte dell’isola di Grímsey, 41 km a nord dell’Islanda, è l’unica porzione di territorio islandese all’interno del Circolo polare artico. Oltre al fascino di questa magica linea sulla carta, la principale ragione per visitare Grímsey è ammirare le falesie che in alcuni punti raggiungono i 100 metri di altezza, costituendo un luogo perfetto per le colonie di uccelli che nidificano qui. L’isola è anche la patria dei più appassionati scacchisti islandesi. Storicamente, perdere una partita spesso significava buttarsi giù in mare: dopo tutto, una sconfitta a scacchi era come una sconfitta nella vita. L’entusiasmo per il gioco si è ridimensionato, ma se qualcuno vi chiede di fare una partita è bene non prendere la cosa troppo alla leggera.

Askja
L’immensa caldera di Askja (50 kmq) è un luogo remoto e solitario come molti altri in Islanda.
Freddo, ventoso e proibitivo, fornisce ampia prova della forza creativa della natura.
Il cataclisma che ha dato origine alla caldera avvenne nel 1875, quando i frammenti eruttati dal vulcano arrivarono fino all’Europa continentale.
L’attività continuò per i 30 anni successivi, culminando in un altro massiccio crollo dei terreni superficiali.
Questa nuova depressione si riempì poi d’acqua formando un lago che, con i suoi 217 m, è il più profondo d’Islanda.
Sebbene il lago – di un colore blu intenso – resti gelato per gran parte dell’anno, un cratere più piccolo e di più recente formazione al suo interno è ancora caldo e ideale per nuotare.
Askja si trova nell’Islanda centrale e si raggiunge con un fuoristrada o partecipando a un’escursione organizzata.

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Akureyri
Questa cittadina del Nord è sicuramente una delle più suggestive dell’intera isola. E anche una delle più sorprendenti: non viene così spontaneo pensare che nella parte più settentrionale dell’Islanda sorga una città così ricca di fiori e dal clima tanto mite.
Non a caso la capitale del Nord – così qui viene definita – è stata chiamata Akureyri, ossia lingua di prato. In effetti, qui la luce del sole di mezzanotte ama soffermarsi e riscaldare la temperatura. La città, quindi, vi accoglie con una piacevole quantità di giardini. Ovunque potete incontrare angoli fioriti e colori. E, visitandola, vi potete accorgere che Akureyri merita davvero l’appellativo di città più bella dell’Islanda.
Ma non solo: sebbene più raccolta e piccola della capitale, la capitale del nord si rivela subito molto vitale sia dal punto di vista della cultura – è una città di artisti – sia del divertimento: numerosi, infatti, sono i locali dove potete trascorrere piacevolmente le vostre giornate. A voi la scoperta di questa graziosa città fiorita!
Il giardino botanico: è uno dei più belli dell’Islanda e non ha nulla da invidiare a quello di Rejkiavík: ospita, infatti, una superba raccolta dell’intera flora dell’isola e, soprattutto, varie testimonianze di piante esotiche provenienti dalla Nuova Zelanda, dall’Africa e dall’area mediterranea che qui possono crescere e sopravvivere senza problemi grazie al clima mite.
La storia di questo orto botanico viene in un certo modo a incrociarsi con quella della Akureyri Park Society che nel lontano 1910 decise di destinare un’area allo svago e al relax dei cittadini. Fu così acquistato un terreno che gradualmente si arricchì di alberi e fiori e si ingrandì fino a superare i 3 ettari. Negli Anni ’50 passò in mano all’amministrazione comunale e divenne il bel “vivaio” di piante esotiche che ancora oggi potete ammirare.
Akureyrakirkja (Chiesa di Akureyri): è stata realizzata nel 1940 dall’architetto Gudjón Samuélsson. E ve ne accorgete al primo sguardo: questa poderosa struttura in cemento armato richiama le rocce basaltiche così significative in quest’isola, proprio come la Hallgrímskirkja della capitale.
Questa chiesa, però, riserva le più belle sorprese al suo interno. Alcuni esempi? Potete ammirare un grandioso organo a 3200 canne. O le splendide vetrate miracolosamente illese nonostante provengano dalla britannica cattedrale di Coventry, rasa al suolo durante i bombardamenti del 2° conflitto mondiale.
Se poi guardate il soffitto, potete vedere la scultura di una nave che testimonia l’usanza locale di invocare l’aiuto del cielo per le persone care che si accingono ad affrontare un viaggio in mare.
Il Museo del floklore: è interessante per farsi un’idea sulla vita quotidiana della popolazione islandese: presenta, infatti, testimonianze di suppellettili e oggetti d’uso domestico a partire dal lontano passato fino ad arrivare a oggi. Tra le varie curiosità vi segnaliamo la macchina da scrivere con caratteri tipografici in islandese!
Nonnahus: è la dimora di uno dei più amati e conosciuti scrittori dell’isola; Jón Sveinsson (1857-1944), detto Nonni, in ricordo di uno dei suoi personaggi più famosi.
Qui potete osservare molte sue opere originali. Da notare la sobrietà dell’arredamento, che costituisce un pò uno spaccato della vita dell’isola nei secc. XIX e XX.
Statua di Helgi Il Magro: la città ha innalzato una statua al suo fondatore, Helgi il Magro.
Helgi fu soprannominato così perché da giovane patì per molto la fame.
Quando giunse qui, ebbe qualche difficoltà a conciliare le credenze religiose tradizionali e il cristianesimo: egli, infatti, adorava il dio Þór e proprio a questo dio chiese indicazioni su dove fondare il nuovo insediamento: l’antico nume del mare gli suggerì una zona a soli 7 km da Akureyri, ma Helgi la chiamò Kristnes, ossia la penisola di Cristo.

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Hafnarfjörður

Ha una popolazione di 20.000 abitanti ed attualmente è la terza città per grandezza dell’isola.
E che sia vitale economicamente, ve ne accorgete subito: la città è ricca di testimonianze della secolare attività mercantile, iniziata nel ‘400.
Persino uno dei simboli della città, la torre a strisce bianche e rosse, fa parte di un complesso industriale svizzero.
Il suo nome è “la città nella lava”. Il motivo? Il bellissimo ed unico paesaggio che fà da scenario alla città.
E qui la lava è l’elemento paesaggistico più significativo, infatti Hafnarfjördur, si è sviluppata su terreni lavici vecchi di 7000 anni e nel suo parco botanico, Hellisgardi, puoi gustarti il paesaggio come se fossi in un guscio di noce.
Sebbene in alcuni posti la lava sia stata sottomessa dalla tecnologia, questo storico centro commerciale ancora rappresenta un chiaro esempio della potenza della natura.
È nota anche come la città degli Elfi che, secondo un’antica tradizione, abiterebbero sul colle Hamarinn di lava, che sovrasta la città. Ad ogni modo Hafnarfjördur si rivela particolarmente piacevole, ricca com’è di attrazioni e di bellezze naturali.
Ne segnaliamo alcune.
Il vivace porto: sia i giovani che le persone anziane restano colpite dal fascino di questo allegro porticciolo.
I visitatori si divertono a seguire il quotidiano trambusto di piccole barche nella marina di Flensborghofn e possono fermarsi al caffè Kaenan, dove i marinai e altra gente del porto si incontra per chiacchierare.
Il vecchio “Guardacosta”, il Vascello Thor, ora è ormeggiato nella banchina del porto, ed è stato trasformato in ristorante, con a bordo una mostra a tema sulla “Guerra del Merluzzo”, nella quale il Thor ebbe un ruolo di primo piano.
Il Vascello Huni II, costruito in legno di quercia, propone escursioni in mare e avvistamento di balene.
C’è anche un moderno vascello vichingo che parte da Langskip e propone gite verso zone molto interessanti della penisola di Alftanes e nelle acque intorno ad Hafnarfjordur.
Ad Hvaleyri, vicino al porto, i golfisti possono trovare il migliore campo da golf di tutta l’Islanda: un campo da 18 buche per i tornei ed uno con 9 buche realizzato su un terreno lavico, per i principianti.
Attività all’aperto ed escursioni: molte possibilità attendono chi vuole praticare attività all’aperto o fare delle escursioni dentro e fuori Hafnarfjordur.
Oltre al suo gioiellino, l’Hellisgerdi Park, un bellissimo parco naturale dove potete ammirare le “creazioni” della lava, altri posti interessanti sono il parco delle sculture Vidistadatun, le scogliere della città “Hamarinn”, da dove si può godere un ottimo panorama e vedere (così si dice) la dimora della locale aristocrazia del mondo degli elfi, il ruscello Laekurinn, il monte Asfjall, con la sua vista panoramica e il lago Astjorn posto nell’entroterra della città che, dal 1978, è un luogo protetto a causa degli uccelli che lo popolano ed è l’ideale sia per compiere escursioni a contatto con la natura, sia per fare bird-watching: la fauna ornitologica, infatti, è molto ricca e vanta alcune specie uniche in tutto il resto dell’isola.
Ora c’è anche un percorso nel parco con i sentieri segnalati, dove nidifica il Colombo Bohemian.
Un opuscolo sull’area del Lago è disponibile presso il Centro d’Informazioni per il Turista.
I sentieri sono segnalati nella lava anche nella zona ovest di Straumsvik, con un cartello che descrive i percorsi, le attrazioni naturalistiche della zona e il centro degli artisti, Straumur, che si trova proprio lì.
Una brochure che descrive l’area, con una mappa, è disponibile nel Centro d’Informazioni per il Turista.
E’ stata realizzata anche una mappa in cui sono segnalate un gran numero di località per effettuare escursioni e passeggiate intorno all’area geotermica di Krysuvik.

A cavallo ad Hafnarfjörður: gli appassionati d’equitazione potranno divertirsi ad Hafnarfjordur.
Lungo la strada Kaldarselvegur ci sono molte stalle e scuderie e in più l’arena del club Sorli.
Ishestar, una società che organizza escursioni a cavallo, propone una vasta scelta di opzioni, con escursioni giornaliere della durata di 2-7 ore, che partono dalla scuderia a Kaldarselvegur.
La più grande comunità di Elfi: secondo la veggente locale, Erla Stefansdottir, Hafnarfjordur ha la più grande comunità di elfi. Il Centro d’Informazioni per i Turisti distribuisce una mappa delle loro abitazioni sparse nella città.
Cultura ad Hafnarfjörður: la scena culturale della città abbraccia un gran numero di iniziative.
Hafnarborg, l’Istituto della Cultura e delle Belle Arti di Hafnarfjordur, organizza regolarmente spettacoli nelle sue due gallerie ed ha, al suo interno, un simpatico Coffee Shop, Kaffi Borg. Hafnarborg era una casa che nel 1983 è stata donata dal chimico Sverrir Magnússon e dalla moglie per dotare la città di un centro culturale.
E il loro intento è perfettamente riuscito: attualmente, infatti, la casa è adibita come struttura espositiva per la produzione artistica nazionale e per concerti.
Il Museo Marittimo Islandese e il Museo Cinematografico Islandese si trovano ad Hafnarfjordur, oltre al Museo di Storia Locale, che possiede spazi espositivi per le mostre in tre diversi punti della città.
Il gruppo teatrale della città si è conquistato una dignitosa reputazione e l’interessante edificio della scuola di musica è stato nominato da una sentenza internazionale.
E la cultura storica dei tempi della colonizzazione vichinga può essere gustata nei banchetti vichinghi del Ristorante Fjorukrain e al Festival Vichingo Internazionale che si tiene ogni anno a Vidistsdatunpark.

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Dalvík

Questa cittadina dell’Islanda Settentrionale, vicino ad Akureyri, è considerata l’ideale per il whale-watching e il trekking.
Questo grazioso borgo di pescatori, per metà ricostruito dopo il disastroso terremoto del 1934, offre, infatti, superbi paesaggi. È difficile resistere alla seduzione dei suoi ghiacciai, il Tungnahryggsjökull e il þverárjökull o del sole di mezzanotte, molto ben visibile nelle immediate vicinanze di Dalvík, a Olafsfjörður.

Borgafjordur Eystri
È un piccolo villaggio dell’Islanda Orientale. Non è molto visitato, ma merita per lo splendido paesaggio che offre la catena montuosa circostante del Dyrfjöll.
 Non solo è molto ricca di testimonianze mineralogiche: il suolo abbonda di riolite, ossidiana, diaspro e agata.
Molto suggestive sono le sue spiagge; qui vengono a covare colonie di gabbiani: basta un minimo rumore per interrompere il loro riposo e provocare la fuga o il frullo d’ali di stormi interi.
Qui il contatto con la natura è molto sentito, con tutto ciò che d’ignoto e seducente questa può riservare: la collina dell’Álfaborg è, come recita il suo nome, la “roccia degli elfi”.
In questa riserva naturale potete compiere belle passeggiate e godervi un panorama invidiabile della flora.
Ma Borgarfjördur Estri si segnala pure a livello artistico: la chiesa, infatti, vanta una pala d’altare dipinta dal famoso pittore islandese Jóhannes Kjarval che ha reinterpretato in chiave islandese il celebre”Discorso della montagna”: il monte biblico raffigurato è chiaramente il Dyrfjöll.

Djupivogur
È un tranquillo borgo di pescatori che sorge nella parte orientale dell’isola. Un tempo fu il più antico centro commerciale di questa zona. Ora vive di pesca e turismo.
Potete partire da qui, infatti, per raggiungere l’isola di Papey (l’Isola dei Monaci), soprannominata così perché si pensa che un tempo, prima dell’invasione norvegese, sia stata abitata da monaci irlandesi.

Selfoss
È la più grande città dell’Islanda meridionale ed è il fulcro dell’attività agricola del Paese.
Potete considerarla il punto di partenza per escursioni nelle più interessanti località vicine. Un esempio? Hveragerði, dove
sorgono centrali geotermiche e il clima è così mite al punto che potete incontrare coltivazioni di banane.
Un’altra meta di notevole interesse storico è il villaggio di Skálholt, che può essere considerato il centro della cristianità islandese: in questa chiesa, infatti, hanno operato ben 45 vescovi. La chiesa è stata ricostruita nel 1963 e uno degli aspetti più interessanti è sicuramente l’altare realizzato in vetro di N.Tryggvadóttir.

islandabalenaHeimaey
È l’unica isola abitata dell’arcipelago delle Vestmannaeyjar (le isole degli uomini dell’Ovest) in origine abitate da schiavi irlandesi e ora da colonie di pulcinella di mare e uccelli acquatici.
Heimaey è la principale isola di questo arcipelago nella zona sud-occidentale dell’Islanda ed una delle più suggestive: è un esempio lampante dell’attività della dorsale medio-atlantica.
Himaey, infatti, nel 1973 ha visto cambiare notevolmente il suo aspetto: si è arricchita dell’Eldfell, una montagna lavica alta circa 220 m, che potete raggiungere attraverso vari itinerari e ammirare in tutta la giovane e impetuosa bellezza dei minerali che fuoriescono dai crateri.
E proprio all’origine dell’Eldfell è dedicato il Vulcano Show, un documentario che vi mostra le fasi del salvataggio nel 1973. A Heimaey potete visitare l’interessante Museo di storia naturale con annesso un acquario e il caratteristico Museo del Folklore, che presenta testimonianze visive dell’isola prima dell’eruzione del 1973.
E se poi volete osservare i principali abitanti dell’arcipelago, i pulcinella di mare, recatevi a Stórhöfði, la penisola più a Sud di Heimaey : qui, se salite su di un picco alto 120 m, potete osservare nel periodo estivo questi uccelli marini e godervi un panorama molto bello dell’isola. Del resto il simbolo dell’isola è il pulcinella di mare: qui, infatti, si trova la più grande colonia al mondo di questi simpatici uccelli marini.

Eskifjörður
La caratteristica di questo grazioso borgo di pescatori della costa orientale dell’isola è la massiccia presenza di rocce che conferiscono alla zona un aspetto molto suggestivo.
Il monte che dà il nome alla cittadina, l’Eskifjördur, è alto 985 m e, se amate confrontarvi direttamente con la montagna,
potete cimentarvi a scalarlo.
Se poi volete farvi un’idea dell’attività peschereccia che si conduceva qui nell’ ‘800 e nel ‘900, visitate il piccolo ma interessante Museo del mare.

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Ísafjörður

È la più grande città dei fiordi occidentali islandesi.
Sorge su una lingua di sabbia, proprio come recita il suo antico nome Eyri.
D’inverno è un’apprezzata stazione sciistica, mentre d’estate potete considerarla come un punto di partenza per belle escursioni sui fiordi. E proprio ai fiordi è dedicato uno dei musei più interessanti e noti dell’isola: il Museo del mare dei Fiordi Occidentali.
Questo si è sviluppato attorno al progetto originario di B.G. Tómasson: costui voleva realizzare un’imbarcazione a 6 remi proprio come quelle dei vichinghi. Questa nave fu realizzata nel 1941 e attorno a questa sorse la struttura del museo, che ospita una raccolta di fotografie e di oggettistica relativa alla pesca e alla navigazione.
Ísafjörður, oltre a questo museo ospita un bel parco che ha un monumento davvero singolare: due gigantesche ossa mascellari di balena disposte ad arco.
Da Ísafjördur potete poi raggiungere Suðureyri, un piccolo borgo di pescatori che è immerso in una riserva naturale, ricca di betulle e minerali.

Jökulsárlón
Porta un nome molto suggestivo: è la laguna del fiume di ghiaccio. E, in effetti, sorge nella parte più meridionale del Vatnajökull, il ghiacciaio più grande d’Europa.
Questo ghiacciaio si è ritirato: un tempo riusciva a protendersi fino al mare. E ora, superbe testimonianze di ciò, sono gli iceberg che caratterizzano questa “laguna”. I colori di queste montagne di ghiaccio non sono uniformi: infatti, a seconda della presenza o meno di cenere e aria, si passa dal bianco, al grigio e all’azzurro.

Keflavík
Keflavík è una città, vicino alla Capitale. Nonostante sia di origini medievali, si presenta attualmente con un aspetto molto moderno.
Ospita un aeroporto internazionale, a 50 km da Reykjavík e posto vicino alla base aeronautica americana che si è stabilita in Islanda dopo la seconda guerra mondiale.
I due monumenti più interessanti, che potete incontrare,sono sicuramente la chiesa di legno bianco e il Museo del Folklore realizzato in vecchie case ristrutturate.

islanda ReykjavikKópavogur
Ospita la principale e la più originale sala per concerti in Islanda, che fu aperta al pubblico nel 1998.
Concerti ed esibizioni di solisti vengono organizzati regolarmente nel centro, in cui i protagonisti sono sia illustri esecutori islandesi sia musicisti internazionali.
Al centro di Scienze Naturali, nel centro della città di Kopavogur, si può visitare l’esposizione di una collezione molto fornita di molluschi e crostacei. Il centro ospita anche una collezione di pietre e di uccelli e quattro vasche con pesci ed altre specie marine.
Una nuova piscina all’aperto con riscaldamento geotermico, la più grande in Islanda, è fra le principali opportunità per praticare sport e trascorrere il proprio tempo libero a Kopavogur, che vanta anche il più grande campo da tennis del paese.
A Kopavogur si tiene ogni tre anni la “Icelandic Fisheries Exhibition”, una prestigiosa iniziativa internazionale.
Kopavogur ospita anche la “Icelandic Food Ehibition”.
Queste mostre si tengono nel centro a sud della città, dove si organizzano conferenze, mostre ed eventi sportivi, un luogo di ritrovo accessibile a tutti per il commercio libero su larga scala.
Nella stessa zona si è sviluppata una grande area per lo shopping che si estende su un viale lungo 50.000 mt.
Comunque non tutto il paesaggio urbano di Kopavogur si può considerare moderno.
La zona antica, ad ovest della città (Karsnes), possiede un piccolo porticciolo dove passeggiare piacevolmente lungo la sponda e osservare gli uccelli.
Altri sentieri adatti alle passeggiate si trovano nella “green belt”, dalla parte opposta della città, lungo la strada che va dal Lago Ellidavatn al limite della riserva naturale di Heidmork.
Kopavogur (23.000 abitanti) è la seconda comunità dopo Reykjavik in Islanda ed è anche quella in più forte crescita.
E’ un territorio indipendente che si estende nel centro geografico dell’area di Reykjavik, a soli dieci minuti in macchina dal centro della capitale.
Sebbene Kopavogur fu la sede dell’antica assemblea locale ed è stata teatro di importanti eventi storici sin dalla colonizzazione dell’Islanda, essa fu considerata terreno agricolo fino al 1930.
Dal 1948 essa divenne un piccolo centro rurale di 900 persone e, quando a Kopavogur fu assegnato il titolo di comune nel 1995, la sua popolazione era di circa 4000 persone.
La città è cresciuta costantemente e rapidamente da allora e non solo come area residenziale.
Infatti più di mille società hanno oggi la loro sede in Kopavogur, soprattutto società di servizi e industria leggera, ed è ancora in atto un massiccio sviluppo.
La moderna cupola della Chiesa di Kopavogur, l’emblema della città, domina l’orizzonte a sud di Reykjavik.
Sulla cime dello stesso colle c’è il Museo d’Arte di Kopavogur (Gerdarsafn), un ampio ed elegante museo costruito nel 1985 che espone le opere di Gerdur Helgadottir, una scultrice moderna realizzatrice anche di opere in vetro piombato.
Gerdur Helgadottir realizzò anche le vetrate per le finestre della Chiesa.
Qui è allestita anche una mostra permanente della collezione di Magnus Arnason, pittore e scultore, e di sua moglie Barbara, un’artista inglese, illustratrice e grafica.
Mostre con opere selezionate da queste collezioni vengono allestite ad intervalli, ma l’attività principale del museo sono le mostre di artisti islandesi organizzate quasi ogni mese.