L’attuale “Día de Muertos” è nato dall’incontro tra le credenze delle civiltà precolombiane con la religione cattolica.
Molte popolazioni dell’America centrale nel periodo pre-ispanico avevano una articolata concezione del destino delle anime dopo la morte e ritenevano che lo spirito dei defunti continuasse a vivere in un luogo chiamato Mictlán. Da qui, due volte l’anno, le anime potevano ritornare a far visita ai propri familiari, cosa che, nelle antiche civiltà mesoamericane, veniva celebrata con processioni, banchetti, danze e musica. Con l’arrivo degli spagnoli nel XVI secolo molti elementi di questa tradizione si mescolarono alle festività cattoliche di Ognissanti e della commemorazione dei defunti, dando origine alla festa così come la conosciamo oggi.

La festività del giorno dei morti conosce diverse varianti nelle regioni messicane, ma tutte sono tendono allo stesso scopo, quello di accogliere le anime dei familiari defunti in modo conviviale e allegro, in cui i ricordi si mescolano alla musica, ai cibi tradizionali, ai colori.
Nonostante le differenze, alcuni elementi caratteristici si ritrovano, più o meno simili, nelle diverse regioni e città del Messico. Le calaveritas de dulce, ad esempio, sono dei dolcetti di zucchero e acqua a forma di teschio, incartati in involucri colorati. Alla tradizione gastronomica appartiene anche il pan de muerto un pane dall’impasto dolce spolverato con zucchero e modellato in diverse forme.

Le ofrendas (altares de muertos), gli altari delle offerte, sono una delle tradizioni messicane più tipiche. Sono altari allestiti nelle case per omaggiare i defunti con i cibi e gli oggetti da loro preferiti in vita. Nella preparazione di questi altari, oltre ai fiori, non possono mancare i riferimenti simbolici ai quattro elementi primordiali: la terra, rappresentata dalla frutta che alimenta le anime con il suo aroma; l’aria, rappresentata da un oggetto molto leggero, in genere un foglio di carta sottile; l’acqua, posta in un recipiente in modo che le anime possano dissetarsi dopo il lungo viaggio; il fuoco: una candela per ogni anima che si ricorda più una per “l’anima dimenticata”. Per due notti e due giorni in tutto il Messico, nelle case o nei cimiteri, si tengono veglie in onore dei defunti (velaciones).

La festa del Giorno dei Morti è uno dei momenti più tipici della cultura messicana, tanto che nel 2003 l’Unesco l’ha dichiarata patrimonio dell’umanità riconoscendola come “…una delle rappresentazioni più rilevanti del patrimonio del Messico e del mondo e come una delle espressioni culturali più antiche e di maggior forza nei gruppi indigeni del paese”.