mandelahomeVieni-via-con-me-leggi-il-tuo-elenco-sui-diritti-umani Sapevo che l’oppressore era schiavo quanto l’oppresso, perché chi priva gli altri della libertà è prigioniero dell’odio, è chiuso dietro le sbarre del pregiudizio e della ristrettezza mentale. L’oppressore e l’oppresso sono entrambi derubati della loro umanità.”  (Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà).
Quest’anno, in particolare, si ricorda Nelson Mandela, scomparso giovedì 5 dicembre, primo presidente nero dello stato del Sudafrica, leader della lotta all’apartheid.  La sua intera esistenza è stata dedicata alla conquista dei diritti umani, per tale motivo è stato insignito del premio Nobel per la pace nel 1993.

Il 10 dicembre si celebra la “Giornata internazionale dei Diritti umani”, per ricordare la “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, firmata a Parigi nel 1948. Si tratta del fondamento stesso del diritto internazionale in materia di diritti umani, della prima dichiarazione di carattere universale sui principi fondamentali dei diritti umani inalienabili, e rappresenta un obiettivo comune, che tutti i popoli e le nazioni intendono conseguire. Quest’anno si celebrano i vent’anni dal compimento di un passo verso la realizzazione di tali diritti: l’adozione della Dichiarazione di Vienna e del Programma d’azione in seno alla Conferenza Mondiale sui Diritti Umani.

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Quest’anno, in particolare, si ricorda Nelson Mandela, scomparso giovedì 5 dicembre, un esempio di generoso impegno in favore dei diritti e delle ragioni dell’integrazione.

In Sud Africa alla cerimonia dedicata a Nelson Mandela partecipano, oltre 90 capi di Stato, il presidente del Consiglio, Enrico Letta insieme al presidente della Camera, Laura Boldrini.

“Quella di Mandela è una personalità che è nel cuore di tutti noi ed è un esempio per l’intera umanità sul tema dello sviluppo, della lotta al razzismo e delle diseguaglianze, per questo è un dovere per l’Italia essere qui”. È quanto dichiarato dal premier Letta.

Alla celebrazione sono previsti, tra gli altri, gli interventi del presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama e del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha evidenziato come molte persone in tutto il mondo siano state influenzate dalla lotta altruistica di Mandela per la dignità umana, l’uguaglianza e la libertà.

mandelafotos.jpg.pagespeed.ce.USYg TEg77“Nelson Mandela ha mostrato ciò che il nostro mondo e ciascuno di noi può fare – se crediamo, sogniamo e lavoriamo insieme per la giustizia e l’umanità” ha affermato Ban Ki-moon.
“La sua forza morale fu decisiva per demolire il sistema dell’apartheid.”

“È uscito da 27 anni di reclusione, straordinariamente senza rancore, determinato a costruire un nuovo Sud Africa fondato sul dialogo e sulla riconciliazione”

“Mandela ha messo la sua vita al servizio del suo popolo e dell’umanità, ed ha fatto ciò con grande sacrificio personale – ha continuato il Segretario Generale – che ha riportato di essere stato colpito “dall’altruismo e dal profondo senso di una visione comune” del compianto leader quando i due si incontrarono nel 2009.

“Continuiamo ogni giorno ad essere ispirati dall’esempio della sua vita e dal suo invito a non smettere di impegnarci per un mondo migliore e più giusto.”
Rievocando i suoi ricordi dell’incontro con Mandela, il Segretario Generale ha sostenuto di essere stato profondamente commosso ed illuminato. “Quando l’ho elogiato per il suo impegno di tutta una vita per porre fine all’apartheid, mi ha detto: “non sono solo io, ma hanno partecipato centinaia e centinaia di persone conosciute e no.”  Da allora questo messaggio fa parte di me”.  

Con queste parole, Navy Pillay, Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, ricorda Nelson Mandela nel giorno della sua scomparsa: “Credeva con passione nella libertà e nella dignità, nella libertà di espressione e nella libertà di riunione. Riponeva fiducia nella possibilità che tutti potessero godere dei diritti umani e percorse questo cammino durante tutto il corso della sua presidenza e del suo pensionamento. Ha fatto molto per promuovere i diritti delle donne, trattando uomini e donne allo stesso modo e conferendo alle donne ruoli di potere.”

Navy Pillay si occupò da giovane avvocato della difesa legale degli attivisti anti-apartheid, divulgando il tema della tortura ed aiutando a conferire i diritti fondamentali ai prigionieri di Robben Island. Nel 1995, a seguito della fine dell’apartheid, fu proprio Nelson Mandela che nominò Navi Pillay, prima donna di colore, giudice dell’Alta Corte del Sud Africa.

La celebrazione della Giornata internazionale dei Diritti umani è anche l’occasione per presentare i vincitori del riconoscimento conferito dalle Nazioni Unite a chi si sia distinto nella difesa dei diritti umani (United Nations Human Rights Prize).

Il premio fu assegnato per la prima volta nel 1968 in occasione del XX anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

Il premio costituisce una grande opportunità per significare ai fautori dei diritti umani nel mondo, spesso poco noti al grande pubblico, la doverosa gratitudine e il sostegno della comunità internazionale.

Fra i vincitori delle passate edizioni si ricordano, Eleanor Roosevelt, Martin Luther King, Nelson Mandela, il Comitato internazionale della Croce rossa, Amnesty International e Benazir Bhutto.

Quest’anno i prescelti sono: Biram Dah Abeid, Hiljmnijeta Apuk, Liisa Kauppinen, Khadija Ryadi, la Corte Suprema messicana e Malala Yousafzai.