Randagia è stato definito un percorso dell’anima, un viaggio a tappe, scandito da passaggi interiori, in cui sfumature emozionali si intrecciano a sensazioni fisiche sullo sfondo di una quotidianità episodica che offre spunti di riflessione e indagine interiore. Il titolo fa riferimento a una condizione di nomadismo fisico e mentale che porta chiunque necessariamente a vagare nella sua esistenza e presumibilmente verso una meta. E’ l’essere primordiale errabondo ed esploratore che spinge la protagonista femminile ad indagarsi, perlustrando così anche l’umanità stessa nelle sue sfaccettature.

L’amore, il male, la solitudine, la normalità ed altri ancora sono i temi che scorrono fra le pagine di questo breve romanzo, narrato in prima persona, che il lettore può sentire risuonare come parole sue o osservare come un mosaico multiforme. E’ il mare che conclude senza chiuderlo l’iter narrativo, abbracciando nel suo perenne fluire le possibilità dell’eterno cambiamento.

“Oltre al comune viaggio, che non poteva però soddisfare
la mia complessa smania di mobilismo riducendola
ad un’isolata esperienza di appagamento e di vita, s’insediava
sempre più l’idea del transitare di posto in posto
per far si che la mente non soggiornasse troppo in fantasie
distorte. L’origine del mio movimento interno era del
tutto incognita alla mia mente: serpeggiavano sempre in
me, senza alcuna possibilità di previsione, i repertori più
bislacchi, passati presenti futuri, di obliquità del pensiero.”

Info e contatti autrice www.adrianalazzini.ilcannocchiale.it
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