gerusalemmeNella primavera del 2014 sono stati scoperti dei dipinti murali che narrano la storia di Gerusalemme ai tempi dei Crociati all’interno dei magazzini dell’Ospedale Saint-Louis – edificio situato appena al di fuori della Città Vecchia di Gerusalemme – in occasione della risistemazione degli ambienti da parte delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione. Le rappresentazioni raccontano la Gerusalemme dei Crociati all’interno dell’Ospedale Sant Louis.

Uno scoppio di tubo dell’acqua nell’edificio ha rivelato inoltre dei disegni che erano stati occultati sotto l’intonaco e la vernice moderni. I dipinti, realizzati dal fondatore dell’ospedale, raffigurano i cavalieri crociati in armatura che brandiscono spade e annotano tra le altre cose la genealogia dei cavalieri francesi.

Appena è stata resa nota la scoperta, i conservatori della Israel Antiquities Authority si sono recati nell’Ospedale Saint-Louis per provvedere ai primi interventi di pulizia e di stabilizzazione di alcune delle pitture murali. I dipinti sono nel caratteristico stile delle decorazioni delle chiese monumentali del XIX secolo, con particolare attenzione ai piccoli dettagli e ai motivi tratti dal mondo dell’arte medievale.

L’Ospedale Saint-Louis – una imponente struttura a due piani costruita in stile rinascimentale e barocco – si trova accanto al palazzo municipale di Gerusalemme, al di fuori delle mura della Città Vecchia e di fronte alla Porta Nuova. Il luogo prende il nome da San Luigi IX, re di Francia (il leader della Settima Crociata 1248-1254 d.C.) ed è stato aperto al pubblico nel 1896. Oggi, parti dell’edificio non sono pubbliche perché serve come ospedale per malati cronici e terminali. L’interno dell’edificio contiene però anche un affascinante racconto storico e un ragguardevole tesoro artistico.
L’ospedale, gestito dalle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione, è stato fondato tra il 1879 e il 1896 su iniziativa di un conte francese, Comte Marie Paul Amédée de Piellat, un intellettuale e un cristiano devoto che visitò Gerusalemme varie volte nella seconda metà del XIX secolo, e morì lì nel 1925. Per contrastare l’egemonia della Chiesa greco-ortodossa e dei suoi rappresentanti a Gerusalemme rispetto alla magra presenza dei cattolici decise di costruire questo ospedale che andò a sostituirne uno più piccolo e più modesto presente nel quartiere cristiano all’interno delle mura della Città Vecchia. Successivamente fondò un altro enorme e spettacolare complesso nelle vicinanze, il Notre Dame de France, un ostello progettato per servire i pellegrini cristiani e provvedere alle loro necessità.
De Piellat, che si reputava un discendente dei crociati, scelse di costruire questo ospedale nella zona dove storicamente si accampò l’esercito del re normanno Tancredi, prima che, insieme con i suoi alleati, violasse le mura della città di Gerusalemme nel 1099 e sconfiggesse la città con un assalto brutale.
De Piellat, che era anche un artista, adornò le pareti dell’ospedale e il suo soffitto con enormi dipinti raffiguranti i cavalieri crociati nelle loro armature e le loro spade. Accanto a queste figure gigantesche dipinse i segni araldici delle famiglie dei cavalieri francesi, scrisse i loro nomi e annotò la loro genealogia. Aggiunse anche i simboli delle città crociate, i simboli degli ordini militari e degli ordini monastici. Gli enormi saloni e sale senza fine dell’ospedale furono così  illuminati con la storia crociata di Gerusalemme.
I turchi si impadronirono dell’edificio durante la prima guerra mondiale (1914-1918), coprendone i bellissimi affreschi mozzafiato con vernice nera. Alla fine della guerra il conte De Piellat tornò in ospedale e dedicò il resto della sua vita alla rimozione della vernice nera per far tornare alla luce gli affreschi.
L’interesse verso questi affreschi persi e nascosti è stato di recente rinnovato quando sono stati rivelati ancora una volta in tutta la loro bellezza. Questi magnifici dipinti sono un pezzo di storia e una rara opera d’arte. Fondi sono attualmente necessari per la loro conservazione, l’esposizione e la documentazione.