Oltre il 40% la ritiene discriminatoria. A rivelarlo un sondaggio internazionale condotto da Skyscanner.
Il sondaggio è stato realizzato in seguito alle recenti dichiarazioni dell’economista norvegese Bharat P. Bhatta, secondo il quale un modello di prezzo in base al peso dei passeggeri potrebbe portare benefici alle compagnie aeree sotto forma di tariffe più economiche e di ridotte emissioni di carbonio.

Il 41% degli intervistati si è dimostrato contrario a questo eventuale tipo di provvedimento.
Tra i viaggiatori a favore di una possibile ‘tassa sul grasso’ da parte delle compagnie aeree, circa tre quarti (71%) pensano che i passeggeri in sovrappeso dovrebbero pagare soltanto nel caso occupassero più di un posto in aereo.
Nonostante ciò, alcune compagnie aeree stanno già applicando questo regime di tassazione. Ad esempio la Samoa Air, che opera nel Pacifico, ricarica il prezzo del biglietto dei passeggeri in base al peso, rivendicandolo come il primo sistema tariffario al mondo impostato sul “costo per chilo”.
Il sondaggio è stato condotto su 1.000 persone adulte e realizzato da OnePoll, su incarico di Skyscanner, tra il 26 e il 28 marzo 2013.