La tradizione si fonde nel paiolo. La polenta dalle tante ricette viene servita a Badia Polesine (Ro), dal 1 al 3 giugno.
C’è chi la condisce con il pesce e chi invece con la carne. C’è chi la fa in bianco. Chi la serve morbida e chi più densa. Chi invece molto dura. In ogni caso è sempre gialla. È la polenta! In molti se ne attribuiscono la paternità.

Ma era il 1924, quando, il prof Messedaglia dell’Accademia di Agricoltura di Verona parlò del mais come “gloria veneta”e della polenta, sua derivata, come “gloria veneta-polesana”, collocando le coltivazioni esattamente a Villabona, oggi Villa d’Adige, piccola frazione del comune di Badia Polesine (RO) dove, dal 1 al 3 giugno prossimi si terrà 11° raduno Nazionale dei Polentari D’Italia.
Un piatto semplice quello della polenta, considerato povero perché compariva sulle tavole poco imbandite dei contadini che puntavano a riempirsi lo stomaco con la genuinità degli alimenti della terra. Questo antico preparato è uno dei pochi ad essere arrivato fino ai giorni nostri sincero e gustoso tanto da convincere anche i palati più sofisticati. A Badia Polesine, la polenta non sarà solo la protagonista della tavola, ma sarà la rappresentate di un’Italia legata ai valori di un tempo sempre più rappresentati dalle tradizioni culinarie che per secoli hanno riunito generazioni intorno al desco, come ancora oggi riescono a fare.
Dal nord al sud dell’Italia, isole comprese, la “signora in giallo” sflilerà sui piatti dei tanti turisti che da undici anni si accalcano per non perdersi il raduno. C’è il comune che servirà la polenta unità al merluzzo, chi invece con sugo di pesce di lago, chi la friggerà, chi la unirà ad un sugo di lumache. Chi la farà poi colare sul piatto con il mestolino perché lì è usanza che la polenta sia meno densa, laddove si predilige invece, per tradizione una polenta compatta, la taglierà con un filo di cotone. Ma poco importa come ci verrà servita, ciò che conta a Badia Polesine per 11° raduno dei Polentari d’Italia sarà assaporare il gustoso piatto per conoscere le tradizioni del nostro paese.
Da Tossignano, terra bolognese nella Valle del Santerno dove nel 1998 è stata realizzata l’associazione Polentari d’Italia passando per Ponti nell’alto Monferrato, dove polenta significa integrazione perché ricorda il lontano episodio dei calderai del Cosentino che ricevettero l’ospitalità da un feudatario locale che offrì loro polenta, merluzzo e frittate. Da Castel di Tora, nel Lazio, la polenta arriverà al raduno di Badia Polesine dura e compatta condita il pesce del lago, su cui sorge il comune che la preparerà. Da Polverigi nelle Marche, la polenta viene condita con cinghiale, stoccafisso o funghi e salsiccie. Il piatto più antico della ruralità viene da Altidona (AP) condito con le lumache. Da Arborea, comune sardo, terra popolata da veneti, emiliani, friulani e romagnoli la polenta nasce anche qui come un incontro tradizioni diverse che si sono fuse dentro lo stesso paiolo.