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Yemen

Sono tanti gli appellativi dati allo Yemen (Arabia Felix, terra della Regina di Saba, gioiello del deserto, paese delle Mille e Una Notte), probabilmente il paese forse meno conosciuto del mondo arabo, ma terra dal fascino straordinario.
Lo Yemen è strettamente legato all’ Etiopia da una storia a tratti comune e dalla leggendaria figura di Menelik, signore di Axum, nato nel 975 a.C., figlio della regina di Saba Bilquis e del re d’Israele Salomone.
“Lo Yemen – scrive Pier Paolo Pasolini in “Corpi e luoghi”, 1981 – architettonicamente, è il più bel Paese del mondo. Lo stile yemenita, un enigma solo parzialmente risolto, o di cui solo pochi sanno, se c’è, la soluzione”. Pasolini sosteneva che lo Yemen architettonicamente fosse il paese più bello del mondo. E come dargli torto? E’ pieno zeppo di stupende costruzioni in pietra e mattoni con le finestre arabescate e decorate da stucchi bianchi, con vetri colorati o di antico alabastro da dove traspare una luce magica.
Gli articoli di Moravia e l’appello di Pier Paolo Pisolini, nel suo film “Il fiore di mille e una notte”, intesi a salvare lo Yemen, invitano a non perdere tempo per visitare il Paese ancora non troppo contaminato.

Arrivati nella capitale, Sana’a sembra subito di essere ritornati indietro nel tempo. Ci si ritrova immersi in pieno medioevo, anche se con i contrasti di una tecnologia moderna, che cerca di aprirsi un varco nella società yemenita. Un ritorno al medioevo con le donne velate e gli uomini che portano infilato alla cintura non solo il pugnale rituale a forma ricurva, ma che viaggiano anche armati di fucile o di mitragliatore leggero portato con noncuranza sulle spalle.


Lo Yemen per secoli è rimasto confinato nell’ambito di un’organizzazione feudale e, soltanto nel 1962, si è aperto parzialmente all’esterno, anche se la situazione non è ancora cambiata di molto.

Nella Bibbia è narrata la storia della Regina di Saabah, Bilkisc. Si racconta che questa si era recata a Gerusalemme per intraprendere contatti commerciali con il saggio Re Salomone. Da quest’incontro nacque successivamente anche un figlio, che darà poi la discendenza al Regno di Giuda, fino all’ultimo imperatore Ailè Selassiè. Per questa ragione le popolazioni etiopi si considerano discendenti della stirpe di Salomone. In Etiopia quindi si trovano i famosi “Falascha”, gli ebrei neri che scortarono la Regina di Saba da Gerusalemme ad Axum su ordine di Re Salomone.

Il regno della Regina di Saba godeva di prosperità perché qui nasceva la “Via delle droghe”, mirra, incenso, aromi preziosi, destinati al mondo occidentale. Da qui transitavano le merci preziose provenienti dall’India e dirette ai paesi del Mediterraneo.

La capitale, Sana’a e’ situata a 2400 metri d’altezza. La città e’ dominata dalle case a torre, un’architettura unica al mondo, con ornamenti e decorazioni artistiche in gesso che movimentano le facciate, inneggianti ad Allah.

Tutti gli uomini locali girano armati, i ragazzi con il “jambiya”, il pugnale ricurvo che non abbandoneranno per tutta la vita. Nel “suk” si percepisce l’antica atmosfera che Moravia riportava nei suoi articoli: un’umanità che sembra uscita da un racconto delle “Mille e una notte”.


Per tutto il paese il mattino è lavorativo, nel pomeriggio la vita si ferma e gli uomini si riuniscono tra loro sui terrazzi delle case per masticare il famigerato “qat”, la droga che e’ ormai divenuta piu’ di uno stupefacente una vera e propria tradizione culturale per tutti gli uomini.

La confermazione del territorio delle Yemen e molto varia e parte del territorio e’ occupato dal deserto. Per muoversi e’ consigliabile disporre di mezzi fuoristrada. La pessima situazione della viabilità e il leggero disagio del viaggio è sicuramente compensato dalla meraviglia degli scenari naturali e dei villaggi e dalla possibilità di osservare, di chiedere, di capire, di proiettarsi in quel passato conosciuto forse sui libri, ma che in quel momento si concretizza.

Un viaggio nello Yemen vi trasporterà in un luogo di sogni, di incensi profumati, un mondo di donne in stile saudì (nikbar) coperte di nero che lasciano intravedere solamente gli occhi.
Troverete un paese con la più bella architettura di tutto il medio oriente: la capitale Sana’a è stata infatti dichiarata partimonio dell’umanità dall’ Unesco nel 1986.
Vi incanterà l’ospitalità delle persone che vi vivono contrariamente a quanto si crede in Occidente. Luogo bellissimo e gentile qual è lo Yemen riunificato: un piccolo mondo a se stante, incuneato fra l’Oceano Indiano, il mar Rosso e l’infuocato deserto del Rab-Al Khali o “Quarto vuoto”, su cui si propaga l’Arabia dei Saud, il più ricco stato petrolifero del pianeta; fronteggia le coste della Somalia, paese senza Stato divenuto terra del fondamentalismo islamista, ed è abitato da una minoranza etnica somala, il 3% della popolazione.


C’è un profondo mistero che circonda questo paese dovuto ai problemi tribali, politici, religiosi e geografici che lo hanno isolato dal resto del mondo, molte persone hanno visto le immagini dei rapimenti nel deserto, ma poche sanno dove si trovi. Quello del sequestro di turisti per breve tempo si pensa essere stata una strategia di pressione e dimostrazione di forza delle tribù sul governo.
In ogni modo il fenomeno è abbastanza controllato, continua ad esistere in alcune zone archeologiche, nelle quali si accede solamente con la scorta; è sconsigliato il viaggio indipendente; e’ invece abbastanza sicuro un itinerario organizzato con una guida locale che abbia contatti con i membri delle varie tribu’, se si intende attraversare localita’ al di fuori delle citta’ in cui il controllo del Governo e della Polizia e praticamente nullo.

Un viaggio nello Yemen quindi è consigliato, se non addirittura raccomandato; in una terra ancora da scoprire, rimasta nell’incanto orientale medievale, colma di armi, deserti, califfati, luoghi incantevoli e leggende meravigliose..
Nel nord del paese durante eventi importanti, quali matrimoni, e i festeggiamenti per la Pasqua Mussulmana gli uomini danzano , bevono thè speziato, fumano pipe ad acqua, masticano il Qat, e alla fine della cerimonia tutti sparano in una sorta di catarsi collettiva.
La capitale Sana’a, che si dice fondata da Sem figlio di Noè, per 1500 anni è stata un città leggendaria, e pochi europei erano riusciti a visitarla poi di colpo è stata catapultata nella società moderna. Lo Yemen è anche il paese della regina di Saba, Arrivando a Mareb si possono ancora vedere i resti dell’antica civiltà sabea, che si trovava al centro dei commerci lungo la via dell’incenso. Ma ciò che il paese ha da offrire è ancora molto, la traversata del deserto, i paesaggi montani, i canyon e i fiumi asciutti del sud, e città come Shibam costruite interamente di fango e paglia.


Ed infine i “suk” ricchi di spezie, di preziosi lavori di antico artigianato, gli straordinari paesaggi di montagne, di mare, di suggestivi deserti, un mosaico di razze: tutto questo ci è rimasto dentro, in questo viaggio nel tempo. Nel vociare confuso e allegro del Suq di Sana’a, i gestori delle bottegucce del luccicante mercato della città vecchia, invitano a guardare le loro mercanzie. Magici oggetti di antiquariato, come ampolle d’argento finemente lavorate per il trucco con l’henné; gioielli di pietre semi preziose, che i venditori scaldano con l’accendino a prova della loro autenticità; istoriati jambiya, i pugnali ricurvi infilati in scintillanti cinture, che ogni uomo yemenita esibisce con orgoglio alla cintola, simbolo sociale di virilità e rango; pashmina miste a seta per drappeggi e scialli pregiati, che avvolgono voluttuosamente i segreti corpi femminili. Il profumato ed inebriante mercato delle spezie, giallo, rosso, ocra. Cardamomo, peperoncino, curry e cumino.


Il governo centrale, titolare di una democrazia parlamentare, (che sarebbe meglio definire democrazia “ereditaria” per la riconferma da oltre trenta anni dell’attuale presidente Ali Abdallah Saleh in procinto di preparare la successione per il proprio figlio), é stretto fra le istanze secessioniste del Sud del paese e il movimento ribelle del Nord, afflitto da guerre intestine tra tribù. La mancanza di uno stato di welfare (la sanità é sostanzialmente privata ed é gestita in modo “feudale”, con le udienze pubbliche dei capi tribù che decidono di concedere o meno ai cittadini comuni medicine e generi di prima necessità a loro discrezione), la dipendenza dalle rimesse finanziare dall’estero, la riconversione massiccia delle aree coltivabili dalla coltura del caffè, destinato all’esportazione e fonte di reddito, a quella del qat (pianta masticata regolarmente da tutti gli strati della popolazione e con effetti euforizzanti, una droga leggera legalizzata) per il mercato interno, il crollo della produzione del petrolio, la grave carenza di infrastrutture, prima fra tutte i sistemi fognari, fanno dello Yemen un paese con gravi problemi sociali ed enormi sacche di povertà.

E’ assolutamente sconsigliato, in questo particolare momento, recarsi in Yemen ed effettuare viaggi in tutto il Paese incluso l’isola di Socotra.
Il Paese sta attraversando una fase di elevata instabilità dal punto di vista politico e militare, sfociata in scontri aperti tra Governo ed oppositori armati Houthi, in particolare nella capitale Sana’a. La situazione appare al momento ancora molto fluida.
Prima di questa crisi interna lo Yemen non era un paese pericoloso da visitare se si osservano le giuste precauzioni. Occorre affidarsi ad un tour operator locale che possa garantire l’attraversamento sicuro anche nei territori che si trovano in pratica sotto il controllo delle tribu’ locali e dove l’autorita’ del governo e della polizia yemenita sono quasi nulle. In particolare occrre fare attenzione nella zona di Marib, durante l’attraversamento del deserto del Ramlat as-Sab’atayn e nel nord del Paese nella zona di Shihara. Un agenzia affidabile e’ la Universal Touring Company, gestita da Marco Livadiotti un italiano che vive da molti anni in Yemen, che ha i suoi uffici a Sana’a in Tahreer Square, tel. +967 1 454367/8 e-mail: touring@utcyemen.com

E’ una società ferma alla propria cultura tradizionale, qualcuno l’ha definita Medioevo. La struttura tribale é dominante.
Le ragazze vengono scelte dalle donne della famiglia per i figli maschi, che offrono una dote concordata. In caso di divorzio, tutta la somma versata e i regali dovranno essere restituiti all’uomo. Gli incontri pre matrimoniali constano di tre momenti diversi: quello verde, quello rosso e quello bianco, in omaggio al colore dell’henné che le future spose usano per ornarsi. Lo Ius primae noctis si esplica nella prova della verginità, che, se fallita, avrà dure conseguenze per la ragazza. Essa verrà ripudiata e cacciata di casa. La divisione degli spazi all’interno delle abitazioni istituzionalizza i rapporti gerarchici alla base della società. Le case yemenite consistono di vari piani: il pianterreno é occupato dagli animali, come le pecore. C’é sempre una macina per la lavorazione della farina, per la preparazione del pane cotto a legna. (E’ alla base della cucina yemenita e ce n’é di vari tipi, ottimo e fragrante come il taruk, che i fornai offrono ai pochi turisti in cui s’imbattono.) Il primo piano é adibito a salotto, mentre il secondo è riservato alle donne e ai bambini. La stanza della puerpera é di esclusiva competenza femminile. Dopo il parto, la neo mamma trascorre quaranta giorni in questa stanza con il neonato, riceve visite dalla madre, dalle sorelle, dalle amiche, e sta lontana dal marito per tutto il periodo. I piani superiori, infine, sono completamente riservati agli uomini. In cima svetta il terrazzo, da cui lo sguardo si perde in panorami spettacolari.
Ancora nelle zone rurali del paese molti istituti arcaici sopravvivono, come il triste fenomeno delle spose bambine. La legge civile é largamente disattesa e ignorata per il prevalere delle usanze tribali che privano le ragazze di ogni diritto. Fino a dieci anni fa, all’apparire della prima mestruazione, le adolescenti smettevano di andare a scuola per essere indirizzate al loro destino di riproduzione. Le incombenze più faticose e più umili continuano ad essere svolte dalle donne, come il lavoro nei campi e la raccolta dell’acqua dai pozzi, spesso situati a grande distanza dalle case abbarbicate sui pendii delle montagne. E il massacrante metodo di trasporto delle taniche sulla testa, con il solo aiuto occasionale offerto dai muli, é rimasto immutato nel tempo.

La compagnia di bandiera Yemenia non opera piu’ voli diretti dall’Italia. Per raggiungere Sana’a l’opzione piu’ conveniente e’ quella di volare con l’Egypt Air, effettuando una sosta di qualche ora al Cairo, con la quale si possono trovare voli al di sotto dei 500 euro. Altri voli con tariffe competitive sono quelli di Royal jordanian e Turkish airlines. Opzioni piu’ costose sono quelle di un volo con Qatar airways e Emirates.

Oggi, nelle città, le ragazze hanno accesso all’Università, quelle che se lo possono permettere beninteso. L’abbigliamento di velatura integrale, tipico delle donne di origine araba, convive con più graziosi e civettuoli foulard che appaiono meno funerei agli occhi di un mero esercizio estetico. Ma sappiamo che questa é una questione culturale, di cui nessuno di noi coglie il vero significato. E come con ogni sovranità che si rispetti, anche in questo caso non é concesso violarla o giudicarla.
Ed é ciò che questo paese, misterioso e sorprendente, fascinoso e incantatore, regala: magia pura.

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