Musiche, letture, scenografie, maschere e costumi, legati al mondo del vino: la mostra diffusa “Vino fra mito e storia” sabato 16 marzo alle 19.30 negli spazi dell’Enoteca Italiana porta in scena, il mito-rito del dono di Diònisio dal titolo “Il vino degli dèi e degli eroi”. Si arricchisce così l’esposizione visitabile fino al 5 maggio che la Provincia di Siena e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana hanno dedicato alle radici della cultura del vino nelle terre di Siena.

L’appuntamento prevede una visita guidata, durante la quale gli ospiti saranno accompagnati dalla voce narrante di Giuseppina Carlotta Cianferoni, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Siena. Arricchito dalla lettura di passi e versi che riecheggiano la testimonianza degli autori antichi, l’evento proseguirà con una cena a tema, dove i partecipanti potranno assaporare piatti ispirati a quelli degli antichi convivi, cucinati dallo chef del ristorante Millevini, all’interno dell’Enoteca.

“Il vino degli dèi e degli eroi”. La visita guidata svelerà il profondo legame esistente in antichità tra vino e “divino”; i molti volti di Diòniso, dio greco della vite e del vino; i curiosi personaggi del suo seguito, come satiri, sileni e menadi, e le caratteristiche e suggestioni delle feste a lui dedicate. Le più antiche descrizioni di banchetti e libagioni agli dèi, di cui il vino era incontrastato protagonista, si trovano d’altronde nei poemi epici di tradizione omerica, dove il vino era prerogativa propria dei leggendari eroi achei e troiani, colti più volte nell’atto di alzare i calici per salutare gli dèi e chiedere favori. Quegli stessi calici antichissimi esposti oggi nella mostra “Vino tra mito e storia”, furono forse un tempo i calici di Achille, di Ulisse e di Ettore e le brocche furono forse quelle servite in tavola dalle ancelle della bellissima Elena o dai servi del saggio Priamo.

L’appuntamento di sabato 16 marzo continua per esaltare i sapori della tradizione degli antichi. Tra i più antichi e illustri intenditori del Frascati spicca Marco Porzio Catone detto Il Censore, originario di una famiglia di viticultori tuscolani, che apprezzava questo vino.
 Poi il Cirò Doc Rosso Classico Riserva 2007  “Arcano” dell’azienda Senatore: la storia di questo vino  ha inizio nell’VIII secolo a.C. quando alcuni coloni giunti dalla Grecia approdarono sul litorale di Punta Alice e fondarono Krimisa. La sua origine è legata alla leggenda di Filottete il quale al ritorno da Troia consacrò le frecce donategli da Eracle nel santuario di Apollo Aleo. “Krimisa” è il nome che probabilmente deriva da quello di una colonia greca, Cremissa dove sorgeva un importante tempio dedicato al dio del vino, Bacco. Si dice che il vino “Krimisa” (o Cremissa) fosse nell’antichità il “vino ufficiale” delle Olimpiadi. Per finire in dolcezza l’abbinamento vedrà un Moscato d’Asti Docg 2011 “Ferlingot” dell’azienda Tenuta dell’Arbiola prodotto con le uve di Moscato donato dal Dio Osiride agli egizi. Il ciclo di incontri Narrare il “Vino fra mito e storia” è curato da ARA, la Cooperativa Archeologica che ha realizzato l’esposizione: un viaggio entusiasmante oltre il tempo e lo spazio per conoscere meglio storia e mito del vino attraverso il racconto dell’archeologia, i canti dei poeti e le pagine dei grandi autori del passato. Il terzo e ultimo incontro presso la sede di Enoteca Italiana è in programma venerdì 26 aprile e sarà ispirato al tema “Il vino: dalla vite alla tavola”.

La mostra diffusa “Vino tra mito e storia” trova nella struttura cinquecentesca della Fortezza Medicea di Siena, sede di Enoteca Italiana, il suo nucleo principale. Sempre nella città del Palio, nei suggestivi ambienti del Santa Maria della Scala, dove è ospitato il Museo Archeologico Nazionale di Siena, è in mostra un oggetto unico, il cinerario di Montescudaio. Saranno visitabili fino al 5 maggio anche le mostre collaterali, integrate nelle collezioni permanenti dei musei dei cinque territori maggiormente rappresentativi dell’eccellenza vitivinicola senese: a Castellina in Chianti, nel Museo Archeologico del Chianti Senese; a Castelnuovo Berardenga, nel Museo del Paesaggio; a Montepulciano, negli spazi del Museo Archeologico Pinacoteca Crociani; a Montalcino, nel Museo Civico e Diocesano, e a San Gimignano, nelle sale del Museo Archeologico, Spezieria di Santa Fina.