svizzera referendum homeL’esito nefasto dell’iniziativa popolare dell’Unione di Centro ‘contro l’immigrazione di massa’ approvata dalla  Svizzera oltre a riportare indietro le lancette degli orologi, ha prodotto effetti d’inquietudine nei più grandi centri urbani elvetici facendo emergere le persistenti differenze culturali e sociali presenti tra i cantoni a vocazione progressista e quelli conservatori.

È passata in Svizzera l’iniziativa contro la libera circolazione con l’Unione europea.  L’iniziativa promossa dalla Unione di centro (Udc), partito conservatore nazionalista ed anti europeista, che ha come leader di fatto l’imprenditore e politico Christoph Blocher, punta a bloccare l’accordo di libera circolazione in vigore con l’Unione europea ed a reintrodurre i contingenti per i lavoratori stranieri. Il Governo, la maggioranza del Parlamento, le associazioni delle imprese elvetiche, i sindacati, erano contro l’iniziativa ed hanno sottolineato i vantaggi che la libera circolazione comporta anche per l’economia svizzera, che ha un buon tasso di crescita ed ha una disoccupazione contenuta. Ma il voto ha premiato timori e paure su una presenza eccessiva di stranieri

Svizzera-referendum 4L’esito del referendum svizzero mostra come la popolazione in quel paese, sia profondamente divisa tra la paura del diverso e l’apertura allo straniero; tra la preoccupazione di perdere sovranità e benessere e la consapevolezza che l’accoglienza dello straniero faccia bene all’economia e alla società.
 
In questo contesto è prioritario lavorare per una politica d’asilo. E’ necessario andare oltre i facili slogan e le strumentalizzazioni, per capire come oggi ci sia bisogno di condividere con le persone una prospettiva di accoglienza e di lavoro in comune per costruire una nuova società, oltre tutte le frontiere, dove tutti abbiano la possibilità di condurre una vita dignitosa.

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Le vere divisioni non sono tra nazioni, tra cittadini e stranieri, ma tra ricchi e poveri, tra chi può circolare liberamente a livello globale perchè fa parte della piccola comunità delle persone ricche e cosmopolite, e chi non lo può fare perchè è povero ed escluso.

La paura della disoccupazione galoppante nei Paesi europei assieme ai mal di pancia dei cittadini svizzeri ha fatto presagire la perdita del benessere che si sono costruiti, hanno spinto anche i lavoratori a dividersi tra autoctoni, frontalieri, stranieri, residenti e richiedenti asilo.

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Incredulità regna anche negli ambienti governativi dei Ventotto paesi dell’ che di fronte a questo verdetto vedono scricchiolare gli accordi bilaterali e in primis quello che riguarda la libera circolazione delle persone. Ne consegue anche un effetto diretto sui 56.000 lavoratori frontalieri italiani che esercitano attività produttiva in Ticino e nel Grigioni.