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Sesta Giornata delle Ferrovie Dimenticate Italiane

Domenica 3 marzo 2013 decine gli eventi organizzati in tutte le regioni per valorizzare il patrimonio ferroviario minore ancora in esercizio con tutte le sue potenzialità per il turismo dolce, per rivalutare interi corridoi ecologici e proporre al viaggiatore la dimensione lenta della vacanza in Italia.

Si rinnova l’appuntamento con la Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, giunta alla sesta edizione. In programma oltre 80 eventi che si svolgeranno in tutta Italia con l’obiettivo di valorizzare e conservare il reticolo ferroviario dismesso (circa 6400 km della nostra rete ferroviaria in progressiva dismissione), una ragnatela di itinerari segnati da poetici tracciati di antiche linee, preziosi elementi attivi di percezione del bel paesaggio italiano. Un patrimonio di tutti, da recuperare, valorizzare, rimettere in funzione e trasformare in senso ecologico: piste ciclabili, pedonali o equestri, strade al sicuro dal traffico motorizzato, per mantenere viva negli Italiani la voglia di vedere un’Italia diversa, un territorio riscoperto e presidiato, valorizzato nel suo patrimonio storico, che non è fatto solo di monumenti o borghi storici, ma anche di infrastrutture, come le vecchie linee ferroviarie, sedimentate nel tempo, che rivelano ancora oggi un sapiente inserimento nel territorio, arrivando a valorizzare, con i loro manufatti il paesaggio, sentieri di conoscenza capaci di diventare attrattiva turistica.
 
Co.Mo.Do. (Confederazione per la mobilità dolce), attraverso la sesta giornata, censisce decine e decine di piccole realtà associative volontaristiche, movimenti di persone negli angoli più nascosti d’Italia, grandi associazioni ambientaliste, di mobilità dolce e sostenibile che intendono contrastare il disfacimento di un patrimonio di strade ferrate costruito con lungimiranza dalle generazioni passate. Inoltre  la confederazione si occupa di mobilità alternativa, tempo libero e attività outdoor. Co.Mo.Do. è un tavolo allargato di discussione e proposta sui temi della mobilità dolce, dell’uso del tempo libero, del turismo e dell’attività all’aria aperta con mezzi e forme ecocompatibili.
Obiettivi di Co.Mo.Do. sono la promozione, attraverso forme e modi da definire, di una rete nazionale di mobilità dolce che abbia come requisiti fondamentali:
 1)il recupero delle infrastrutture territoriali dismesse (ferrovie, strade arginali, percorsi storici ecc.)
 2) la compatibilità e l’integrazione fra diversi utenti; la separazione dalla rete stradale ordinaria, o in certi casi la protezione della mobilità dolce sulle strade promiscue con i mezzi motorizzati a bassa intensità di traffico
 3)  l’integrazione con il sistema dei trasporti pubblici locali e con la rete dell’ospitalità diffusa
 Una manifestazione attesa e condivisa da migliaia di fans dei binari (circa 25 mila nell’edizione dello scorso anno) e che, anche quest’anno, propone decine di eventi sparsi per tutta la penisola.

C’è chi muoverà treni storici, chi ripercorrerà tracciati abbandonati, chi aprirà depositi e Musei della Ferrovia, chi esplorerà gallerie, chi rievocherà il ricordo con mostre di cimeli ferroviari, tutto per ricongiungere territorio a comunità, affinché le ferrovie dimenticate diventino soggetti attivi nell’eterna azione di scambio tra natura e cultura che è alla base della creazione e conservazione del paesaggio.
Dalle cicloescursioni di Fiab sulla ex ferrovia del Ponente ligure della Sanremo-Ospedaletti in Liguria, alla dalla ferrovia dismessa della Valmorea di Varese, alla ciclabile Alpe Adria e Udine-Majano in provincia di Udine, alla pedalata sulla ex Arezzo-Gragnone e sulla Pisa-Marina di Pisa-Tirrenia, dalla pedalata sulla Massa-Follonica come sulla ex ferrovia marmifera in Toscana alla Gioia-Palagiano in Puglia come sulla bellissima Via dello Zolfo lungo laPiazza Armerina-Dittaino in Sicilia, alle camminate sulla ex Voghera-Varzi o lungo la ferrovia del Basso Sebino o sulla ex Grandate-Malnate in Lombardia, dalle Saline di Volterra alle escursioni sulla Porrettana o sulla ex Lucca-Pontedera in Toscana, sulla Ferrovia Metaurense e sulla Adriatico-Appennino che collegava la montagna e la collina alla costa nelle Marche, alla escursione sulla ex ferrovia Spoleto-Norcia in Umbria o sulla Viterbo-Orte lungo un pezzo di Francigena laziale.

E ancora il treno turistico sulla Transiberiana d’Italia Sulmona-Carpinone-Isernia nel Molise, la pulitura del sedime e della stazione di Padula sulla ex ferrovia Sicignano-Lagonegro. Ma anche un viaggio in autobus per ripercorrere le tappe della ex Avellino- Rocchetta Sant’Antonio e iltrenotrekkingferroviario con il Cai di Salerno sul percorso Petina-Auletta-Lontrano sulla Sicignano Lagonegro e fra i più singolari, quelli dove vengono coinvolti più soggetti come i ciclisti, i camminatori e i cavalieri sulla tratta Porto Empedocle-Castelvetrano e sulla Piazza Armerino-Dittaino con Etnafreebike o lungo la Via della ferrovia mineraria di Guspini-Montevecchio in Sardegna.

In Italia esistono 6400 km di ferrovie non utilizzate, dismesse, in abbandono. Una vecchia ferrovia può diventare tante cose utili: tornare ferrovia se ci saranno le condizioni (e con il mercato libero del trasporto su ferro questo può anche diventare più facile), diventare una greenway, favorire il recupero di un territorio, trasformarsi in un parco naturale, in un corridoio ecologico. Oppure si può tenerla semplicemente ‘congelata’, in attesa di tempi migliori, ma ‘protetta’ da ogni abuso, depredazione, degrado. Oggi restano come muti testimoni di un processo storico e di una cultura ingegneristica da non dimenticare. Siamo di fronte a un patrimonio di grande valore e significato, che oltre ai tracciati, perfettamente inseriti nel paesaggio, potrebbe allargarsi ai rotabili, alle stazioni e agli altri impianti fissi. La Giornata serve a non dimenticarle e a far sì che questo patrimonio sia reinventato e riutilizzato per lo sviluppo del turismo culturale e naturale in Italia.

Appuntamento che ha inaugurato la Giornata è stato il Convegno Nazionale di Co.Mo.Do. a Milano il 22 febbraio 2013 presso la Società di Mutuo Soccorso di Cesare Pozzo, dal titolo “Le ferrovie regionali italiane: un patrimonio da difendere e valorizzare”. Si è parlato di  reti ferroviarie minacciate di dismissione pur essendo queste supporto indispensabile all’alta velocità per raggiungere capillarmente ogni provincia italiana, in tempi competitivi rispetto alla strada e nel rispetto del paesaggio, di ferrovie dismesse, recuperate e trasformate in strade per le bici e gli utenti non motorizzati,  di trasformazioni in piste ciclopedonali di sedimi ferroviari dismessi che  non pregiudicano un successivo ripristino del servizio ferroviario.

In 19 regioni d’Italia sono finora 91 gli eventi (1 Val D’Aosta, 3 Piemonte, 2 Liguria, 13 Lombardia, 4 Veneto, 2 Friuli Venezia Giulia, 3 Emilia Romagna, 9 Toscana, 3 Marche, 6 Umbria, 10 Lazio, 3 Abruzzo, 2 Molise, 5 Campania, 7 Puglia, 1 Basilicata, 3 Calabria, 11 Sicilia, 3 Sardegna) in bicicletta, a piedi, a cavallo, su antichi treni, mostre fotografiche, proiezioni di cortometraggi e presentazioni di libri per raccontare di tracciati ferroviari in stato di abbandono, per conoscere i loro antichi fasti e capire le possibilità future.

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