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Tour di Buenos Aires, nei luoghi di Papa Francesco e non solo

Un soggiorno a Buenos Aires citta’ natale di Papa Francesco non solo per visitare i luoghi che lo hanno visto crescere ma per visitare una citta’ ricca di attrazioni. Papa Francesco è molto amato anche da chi professa un’altra religione. La sua apertura mentale, il suo sorriso e l’umiltà, lo hanno già reso una icona del nostro tempo. La sua patria di origine è la splendida Buenos Aires, dove si può organizzare un tour veloce, anche seguendo le orme di quest’uomo che vi è nato. Ecco dove andare.

La visita può iniziare dalla Basilica di San José de Flores, nell’omonimo quartiere, dove il giovane Bergoglio ha avuto la prima rivelazione ed ha capito quale sarebbe stata la sua strada. Da quel momento ha deciso di prendere i voti.

Altra meta importante, in questo senso, è pure Villa Devoto che è il quartiere dove ha frequentato il seminario, prima di passare al noviziato della Compagnia di Gesù. Insieme a lui, pure il fondatore di questo dedalo di strade, è legato all’Italia e il suo nome è proprio Antonio Devoto, immigrato a Buenos Aires dalla Liguria, banchiere ed imprenditore.

lo stadio Pedro Bidegain: sappiamo tutti che Papa Francesco è un gran tifoso e considera il calcio un dono di dio. e’ la sede del San Lorenzo de Almagro e lui fin da piccolo non mancava alle partite. Arrivava con il padre e nel tempo è diventato un vero esperto del settore.

La Villa 21-24: si trova nel quartiere di Barracas, che è una delle baraccopoli più grandi della città.Lui ha da sempre lavorato per aumentare il numero dei sacerdoti impegnati soprattutto in questa zona della capitale. Questo anche per combattere contro il Paco, che è la droga ottenuta dai resti della cocaina.

La Cattedrale Metropolitana: sede dell’Arcivescovo locale e dove Bergoglio, nel 1992, ha ricevuto l’ordinazione episcopale.

Plaza de Mayo: è il cuore politico ed economico della città che bisogna assolutamente vedere e dove si sono riuniti i fedeli dopo la sua inaspettata elezione.


Ma come si sa Buenos Aires è una città ricca di attrazioni, molto più di quanto in realtà si possa pensare. Se cominciate ad esempio il vostro ipotetico tour dal centro, scoprirete che è la culla di storia e affari e a est dell’obelisco, sulla Avenida de Mayo, noterete moltissimi impiegati confondersi con i turisti con la sola differenza che i primi hanno molta più fretta. Una estremità di tale area centrale è la Plaza de Mayo, dove si affacciano gli uffici del Presidente. A breve distanza, poi, ecco il distretto finanziario più importante di tutto il Paese.

Il sud invece è dedicato a chi ama esplorare e la zona da non perdere è certamente quella di San Telmo, con pittoresche strade acciottolate e il mercato della domenica. Mai trascurare come di solito avviene, il vicino Montserrat ricco di edifici che interessano gli appassionati di storia e architettura. Le parti più popolari, come la Boca, Barracas e Constituciòn mostrano un altro volto d’Argentina.Per avviarsi verso nord, si attraversa l’Avenida 9 de Julio e si giunge nell’elegante quartiere della Recoleta che in molti conoscono per il suo cimitero. Qui l’architettura ricorda tratti europei e Palermo che è il quartiere più grande attira da sempre famiglie e turisti nei suoi grandi parchi, negozi e anche per la sua deliziosa gastronomia.


L’ovest per quasi tutti resta un terreno inesplorato e ha paesaggi meno da cartolina ma non per questo risulta poco interessante. Non dimenticate, quindi, di passare per Boedo e Abasto carichi di reliquie della storia del tango.Molti eroi popolari poi riposano in un altro cimitero noto che è quello della Chacarita. Lungo il fiume, Puerto Madero vanta moderni palazzoni che ospitano multinazionali e ricchi residenti. La riserva ecologica di Costanera Sur è una deliziosa oasi in pieno centro, mentre l’affascinante passeggiata Costanedra è perfetta anche solo per un rilassante e indimenticabile weekend.


Buenos Aires e l’arte del tango
In Italia, quando si parla di tango, si tende a ricordare nomi come Astor Piazzolla, Dino Saluzzi e Adriana Varela, ma chi conosce bene Buenos Aires, sarà pronto a dirvi che esistono in loco delle vere e proprie divinità del genere. A partire dal cantante Carlos Gardel, ma anche il suonatore di bandoneòn Anìbal Troilo e il pianista Osvaldo Pugliese. Si tratta di tre leggende per il Paese rimaste a ricordo immortale del valore artistico e del talento. Il primo fu una star degli anni Venti, il secondo fu un mito della fisarmonica a tasti e il terzo fu il principe dei ballerini, oltre che un brillante pianista.

Carlos Gardel, nacque a Tolosa ed era un immigrato che fece fortuna con la sua bellissima voce da tenore, che amavano sia i borghesi che i proletari. Fu l’inventore del tango canciòn e utilizzò le parole per raccontare la confusa identità degli argentini moderni. Successi come “Volver” e “Mi Buenos Aires querido” si possono accostare ai capolavori di Frank Sinatra. A distanza di ottanta anni, la sua figura è considerata quasi a livello istituzionale. In ogni caso, fu davvero un innovatore, senza contare un carattere che attirava, quasi da macho.Rimase purtroppo vittima di un incidente aereo all’aeroporto di Medellin in Colombia.

Anìbal Troilo, invece, era un enigmatico leader della band, ma non disdegnava qualche bicchiere di troppo e forse anche di più, con i compagni musicisti. Preparò la scena musicale al cosiddetto “nuevo tango” degli anni Cinquanta. Chi visita, infine, la tomba di Osvaldo Pugliese, può avere l’impressione di trovarsi davanti ad un uomo che suonava arie delicate. Dietro il suo aspetto distaccato, invece, si nascondeva un talento enorme per l’innovazione e i ritmi orecchiabili. Ebbe un vasto repertorio eclettico e il suo lavoro entusiasma ancora i ballerini moderni amanti delle sfide.


La metropolitana fantasma
Di leggende se ne sentono tantissime in ogni luogo. Ci sono quelle che hanno dei reali fondamenti, altre sono solo dei racconti tramandati. In ogni caso non è diverso per Buenos Aires dove la curiosa storia della metropolitana linea A continua ad essere ricordata nel tempo. Sono trascorsi molti anni: pensate che è stata inaugurata nel 1913,  ma tutt’ora ha qualcosa di antico. E’ vero che non sono mancati i restauri necessari, ma lo stile architettonico è stato perfettamente mantenuto e ricorda ancora l’inizio del Novecento. Riprende un poco le linee Liberty ed è piuttosto gradevole alla vista.

L’universo sotterraneo della metropolitana però nasconde molti segreti e c’è chi è pronto a non dimenticare ad esempio quella delle stazioni perdute di Pasco Sur e Alberti nortre. Si trovano a pochi metri dalle stazioni di Pasco e Alberti. Nel 1953 furono chiuse, perché era ritenuto inutile che vi si fermasse il convoglio. Le stazioni erano troppo vicine ed era più un danno economico che altro. Oggi però fra le due tappe resta la possibilità di vederle e sembrano quasi delle immagini fantasma.

A questo punto, iniziano le testimonianze da brivido. Sono sempre di più le persone che sostengono al veloce passaggio, di avere visto le stazioni dimenticate completamente animate. Sarà la velocità della metropolitana o la capacità di suggestionarsi ma in molti dicono di aver visto gente o una completa illuminazione e sono rimasti certamente impressionati. In più, i soggetti visti sono sempre in abbigliamento d’epoca e in attesa del treno. Peccato però che questo non arriverà mai. C’è chi addirittura riconosce sempre le stesse due figure, triste e spazientite dall’attesa. queste sarebbero sedute tra i due convogli e apparterrebbero a un paio di operai morti in un crollo avvenuto nel corso della loro costruzione. Sarà vero o meno, certo crea una certa impressione e sta diventando pure una attrazione turistica.

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