Dal 29 settembre 2012 al 25 aprile 2013 il Van Gogh Museum si trasferisce temporaneamente nell’Hermitage Amsterdam. Appositamente per questo periodo nell’ala Keizersvleugel dell’Hermitage Amsterdam è allestita la presentazione Vincent. Il Van Gogh Museum nell’Hermitage Amsterdam. Circa 75 dipinti, una selezione dalle lettere, opere su carta e oggetti provenienti dalla collezione del Van Gogh Museum illustrano la parabola artistica che Vincent van Gogh (1853-1890) compì nella ricerca dell’essenza della sua arte.

La presentazione Vincent illustra l’appassionante ricerca compiuta dal pittore nel corso del suo sviluppo artistico. Nell’arco di dieci anni, l’autodidatta Van Gogh si trasformò da principiante in un vero artista con uno stile proprio e spiccatamente originale a cui tuttora deve la sua fama in tutto il mondo. La presentazione nell’Hermitage Amsterdam mostra questa evoluzione esponendo circa 75 importanti dipinti, una selezione di lettere, opere su carta e oggetti provenienti dalla collezione del Van Gogh Museum. Capolavori come Girasoli (1889), La camera da letto (1888), Ramo di mandorlo in fiore (1890), I mangiatori di patate (1885) e La casa gialla (1888) insieme a opere meno note illustrano la carica innovativa della sua pittura alla luce dei temi che l’artista stesso predilesse.

Nel corso della sua attività artistica, relativamente breve, Vincent van Gogh continuò a porsi nuovi obiettivi, esplorando con inesauribile energia ogni risvolto della pittura, dagli aspetti tecnici del  mestiere a tutti gli stili che incontrò sul suo cammino. Questa poliedrica indagine fu strumentale alla  conquista di uno stile personale e alla scelta dei soggetti dei suoi quadri. Contrariamente all’immagine ampiamente diffusa di Van Gogh come artista impetuoso, egli era un uomo con obiettivi precisi e una lucida consapevolezza delle sue scelte. Non disegnava o dipingeva a caso la prima cosa che gli veniva in mente, ma ogni disegno, ogni dipinto rappresentava un tentativo ben ponderato di migliorare. Alcuni degli obiettivi che Van Gogh si pose sono illustrati in Vincent. Il Van Gogh Museum nell’Hermitage Amsterdam.

L’arte nasce dall’esercizio
Van Gogh definiva “studi” la maggior parte dei suoi sui dipinti, indicando con questa parola che si trattava di tentativi indirizzati a padroneggiare un determinato aspetto formale o un motivo. Ad esempio, egli eseguì una serie di disegni di mani di contadini in preparazione del suo primo capolavoro, il famoso dipinto I mangiatori di patate (1885). Anche in Francia continuò a sperimentare nuove tecniche. Perfino nell’ultimo mese di vita, in un dipinto come Spighe di grano (1890), studiò il motivo raffigurato per utilizzarlo come sfondo in un ritratto. Van Gogh non smise mai di esercitarsi e di sperimentare, ai suoi occhi un artista doveva continuare ad apprendere: “Faccio sempre quello che ancora non mi riesce per esserne capace.”

Uno stile personale
Nell’arco della sua breve parabola artistica il pittore si dedicò alla sperimentazione formale, nello sforzo di conquistare uno stile e una pennellata originali che lo avrebbero portato alla fama internazionale. Durante le varie fasi del suo sviluppo assimilò il linguaggio di altri artisti. A Parigi trasse ispirazione dall’impressionismo e dal pointillisme, tuttavia il quadro Montmartre: dietro il Moulin de la Galette (1887) mostra come egli perseguisse un proprio programma.

L’effetto del colore
Van Gogh si dedicò assiduamente allo studio degli effetti coloristici nei disegni e nei dipinti. In quadri come Mele cotogne, limoni, pere e uva (1887) ma anche nei Girasoli (1889) sperimentò le differenti gradazioni di un unico colore. In altri dipinti, ad esempio
La sedia di Gauguin (1888) e Iris (1890), scelse di far dialogare tra loro i colori per ottenere un’espressività convincente. Egli divenne sempre più convinto della potenza espressiva del colore stesso, che considerava il mezzo ideale per rappresentare un sentimento o un’atmosfera.

Pittore di contadini
Nella visione di Van Gogh la vita dei contadini era intimamente legata alla semplicità, all’eternità e alla rinascita. Questo tema svolse un ruolo di primaria importanza in tutta la sua esperienza artistica, in particolare nei periodi che trascorse a Nuenen e in Provenza. Nel 1885 scrisse al fratello Theo “Se affermo di essere un pittore di contadini è veramente così.” Nell’ambito di questo tema egli si mosse nel solco di Jean-François Millet, il maestro di questo genere pittorico.

Guardando al Giappone
L’arte giapponese esercitò un profondo influsso su Van Gogh, che ne riprese sia i soggetti sia i principi compositivi e stilistici. Nel 1888 scrisse da Arles al fratello Theo: “Tutta la mia opera si fonda in un certo modo su ‘giapponeserie’.” Venuto a conoscere le stampe giapponesi, egli fece copie di xilografie famose come Ponte sotto la pioggia (1887) di Hiroshige, ma ben presto assimilò nel suo stile caratteristici elementi giapponesi quali la prospettiva e l’uso del colore, come si vede nei dipinti La mietitura (1888) e Il ponte di Langlois (1888).

Il ritratto moderno
In Auvers Van Gogh scrisse: “La questione che mi interessa maggiormente nel mio mestiere, molto ma molto più di tante altre, è il ritratto, il ritratto moderno.” Egli cercò di esprimere nei ritratti lo spirito del suo tempo con una pittura fortemente espressiva com’era sua caratteristica. All’inizio della sua attività, l’artista si concentrò principalmente sulla raffigurazione delle “teste” come mostrano i molti studi che eseguì. Lentamente, ma indiscutibilmente le idee del pittore sul ritratto mutarono. Durante il soggiorno ad Arles egli volle dipingere ‘ritratti moderni’, che rendessero giustizia al temperamento della persona raffigurata. Esempi di questa visione sono Lo zuavo (1888) e Ritratto di Camille Roulin (1888).

La ricchezza della natura
La natura fu importante tanto per la vita quanto per l’arte di Van Gogh. Gli donò infatti forza e tranquillità. Poiché Van Gogh considerava in maniera alquanto vasta il concetto di natura, essa gli era sempre vicina. Van Gogh dipinse giardini lussureggianti, frutteti in fiore e immensi campi di grano. Anche l’uomo non è mai lontano. Il pittore cercava di rappresentare una visione personale, sentita della natura, a volte profonda e quasi religiosa, altre volte allegra e leggera.

Insieme ai dipinti impressionisti più amati dell’Hermitage
In concomitanza con la presenza del Van Gogh Museum l’Hermitage Amsterdam propone  al 13 gennaio 2013 la mostra Impressionismo: sensazione e ispirazione. I dipinti più amati  dell’Hermitage. Le opere di Van Gogh a fianco di quelle di molti importanti artisti suoi contemporanei offriranno una panoramica unica della pittura francese nel diciannovesimo secolo.

La fondazione Artery e il Van Gogh Museum hanno realizzato insieme il progetto artistico Van Gogh Mile, una passeggiata che inizia a Museumplein e conduce all’Hermitage Amsterdam. Il percorso, progettato dall’artista Henk Schut,  si snoda lungo il tragitto del temporaneo trasferimento del Van Gogh Museum all’Hermitage Amsterdam e accompagna i visitatori ispirandoli. Sullo sfondo della città di Amsterdam l’opera di Schut si articola nello spazio pubblico stimolando i sensi dei fruitori con installazioni sonore, apparizioni virtuali, testi e immagini che prendono spunto dalle lettere di Vincent van Gogh (1853–1890). Una linea rossa, tesa a un’altezza di cinque metri circa, indica l’itinerario di 2,2 km che congiunge fisicamente il Van Gogh Museum all’Hermitage Amsterdam. La passeggiata dura circa 30 minuti e si può percorrere dal 29 settembre 2012 al 25 aprile 2013. L’itinerario artistico Van Gogh Mile è stato realizzato anche grazie al generoso sostegno dei fondi per il finanziamento di progetti artistici VSBfonds e Amsterdam Fund for the Arts.

Van Gogh Mile
Questa opera d’arte lunga 2,2 chilometri è creata nello spazio pubblico e durante i sette mesi in cui il Van Gogh Museum soggiornerà nell’Hermitage continuerà a evolversi. Le lettere che Vincent van Gogh scrisse al fratello Theo sono state il punto di partenza di Henk Schut per la realizzazione di Van Gogh Mile, proprio come Van Gogh traeva ispirazione da Rembrandt e altri artisti. L’ispirazione è comunicata mettendo tanto il pubblico quanto alcuni artisti contemporanei a confronto con le opere e le lettere di Van Gogh e chiedendo loro di condividere questa esperienza. Van Gogh Mile è un trittico composto da La Linea Rossa, le installazioni sonore e Van Gogh Mile App. I vari strati concorrono a conferire alla stessa immagine dimensioni differenti e a mostrare l’attualità dei temi che Vincent affrontò nelle sue lettere.

La Linea Rossa
La Linea Rossa, l’immagine più avvincente dell’opera d’arte, è tesa a un’altezza di cinque metri. Essa attraversa con un itinerario zigzagante la città e congiunge fisicamente il Van Gogh Museum all’Hermitage Amsterdam. La linea rimanda a un’altra maniera di guardare, alla griglia prospettica che Van Gogh utilizzava per inquadrare la realtà mentre dipingeva, indirizza lo sguardo di chi segue il percorso verso l’alto mostrando la città in una nuova prospettiva. Schut considera La Linea Rossa inoltre come una maniera di comunicare l’ispirazione, da artista ad artista, e a tale scopo egli chiederà ad artisti contemporanei di reagire a brani tratti dalle lettere di Van Gogh, selezionati per questo progetto. Così Schut continua ad espandere questo tracciato lineare che è fonte d’ispirazione. Il pubblico che segue l’itinerario, dopo avere ascoltato i brani delle lettere, potrà a sua volta reagire tramite i social media e condividere questa esperienza con i propri amici, ad esempio su Facebook. Schut coinvolgerà gli artisti durante l’intera durata del progetto.

Installazioni sonore
In vari punti lungo il percorso singole opere sonore fanno percepire una nuova realtà, come se Van Gogh stesso si rivolgesse “direttamente” al suo pubblico guidandolo durante il cammino. Chi segue La Linea Rossa può ascoltare a Museumplein, in Vijzelstraat, ad Amstelveld e sul ponte Magere Brug brani dalle lettere di Van Gogh. Una volta raggiunto il cortile interno dell’Hermitage Amsterdam, i brani potranno essere riascoltati per esteso con il sottofondo delle campane di Amsterdam. Questo mondo di suoni faceva parte delle passeggiate di Van Gogh ad Amsterdam.

Van Gogh Mile App
L’applicazione Van Gogh Mile apre a chi percorre l’itinerario un mondo alternativo dove realtà e finzione si confondono. Schut utilizza le attuali tecniche multimediali per creare un’esperienza diversa dello spazio in cui ci muoviamo. Su smartphone e tablet compaiono panorami di Amsterdam, in pieno giorno scende la notte, Museumplein si trasforma in un mare di girasoli. Quattro filmati di 1 minuto trasportano i visitatori nel mondo di Van Gogh, ad esempio presentando le opere di Rembrandt, il maestro che Vincent ammirò ardentemente e prese a modello. Con questa applicazione il visitatore potrà condividere on-line la sua esperienza con gli amici e comunicare loro l’ispirazione che nasce dall’arte. Van Gogh Mile App può essere scaricata gratuitamente ovunque. Su Museumplein, presso il Museumticketshop e presso l’Hermitage Amsterdam è disponibile il servizio Wi-Fi gratuito.

Biografia
Henk Schut (1957) è un artista multidisciplinare, regista e designer. La sua versatilità gli consente di muoversi tra varie discipline creando innovative combinazioni. Caratteristici del suo lavoro sono lo stretto rapporto e l’interazione con il luogo. Schut è stato direttore artistico della compagnia teatrale DOGTROEP (dal 2004 al 2008), ha eseguito la regia di grandi opere liriche internazionali e ha progettato installazioni per varie compagnie, ad esempio della Royal Opera House di Londra e della Bayerische Staats Opera di Monaco. Nel 1992 ha ottenuto una nomina per il premio Laurence Olivier Award con la progettazione di Inscape (per la Royal Opera House, Covent Garden) e con l’opera moderna The Dancer Hotoke. Nel 1996 ha ricevuto il Barclays New Stages Award per Vesalius, a Requiem.