Lo stadio Stadion Narodowy a Varsavia ospita l’incontro di apertura della manifestazione degli Europei, altri due incontri dei gironi A, un quarto di finale e una delle semifinali. È uno degli stadi più belli d’Europa. È costato 1,5 miliardi di euro, può contenere 58mila spettatori, e’ uno spettacolo da fuori, è uno spettacolo da dentro.

Però lo Stadion Narodowy (stadio nazionale) di Varsavia, costruito in vista di Euro 2012 e inaugurato lo scorso febbraio, non è soltanto la classica arena sportiva, ha anche una vocazione multifunzionale. Al suo interno ci sono ottomila metri quadri, in spazi commerciali, che verranno affittati a uffici e negozi. .

Si potranno inoltre organizzare anche grandi eventi. Il primo sarà il concerto dei Coldplay, a settembre.
Lo stadio è stato costruito sul posto dove prima sorgeva lo stadio del Stadion Dziesięciolecia Manifestu Lipcowego demolito quattro anni fa, e verrà esclusivamente adibito al calcio, prende il posto anche fisicamente del vecchio stadio con alcune rampe di accesso che si integrano alla nuova struttura. Il nome completo significava Stadio del Decimo anniversario del Manifesto di Luglio, ovvero della decisione del 22 luglio 1944 dei comunisti polacchi di chiudere i conti con il governo polacco in esilio a Londra e di autodichiararsi unico governo legittimo del Paese una volta liberato dai nazisti. Un luogo simbolo della storia polacca che ha visto messe del Papa durante il socialismo, il primo gigantesco mercato capitalistico e l’immolazione di Ryszard Siwiec per protestare contro l’invasione della Cecoslovacchia. Era l’8 settembre 1968. Quattro mesi prima di Jan Palach, nella piazza San Venceslao di Praga.
La costruzione dello stadio è iniziata il 7 ottobre 2008 con la demolizione del vecchio impianto, mentre i lavori di costruzione veri e propri sono iniziati alla fine di giugno 2008 e sono terminati a metà del 2011.
Lo stadio sorge all’interno di un complesso sportivo denominato Centro Sportivo Nazionale ( Narodowe Centrum Sportu) che comprende una piscina olimpica con tribune per 4000 spettatori, un palazzetto dello sport polifunzionale con tribune per 20000 spettatori, un centro congressi, punti di ristoro e servizi vari.
Lo Stadion Narodowy non si declina solo al presente. Il fatto è che per fargli posto è stato abbattuto lo Stadion Dziesieciolecia ,struttura che il regime comunista tirò su nell’undicesimo anniversario, nel 1955. È da questa data che può partire una storia, che ripercorre tutta la recente biografia nazionale polacca. Lo Stadion Dziesieciolecia, così almeno si narra, fu edificato utilizzando i detriti risalenti all’insurrezione di Varsavia, l’eroica rivolta con cui l’Armija Krajova, l’esercito clandestino polacco, aveva cercato di liberare la capitale. I nazisti reagirono radendo al suolo la città.
Nel corso degli anni, al suo interno si tennero competizioni sportive e parate di partito. Durante una di queste, nel settembre del 1968, Ryszard Siwiec, filosofo dissidente, si diede fuoco. Con il gesto estremo, che gli costò la vita, volle protestare contro la repressione della Primavera di Praga, alla quale l’esercito polacco aveva preso parte. Fu lui il primo bonzo dell’Est. Il sacrifico di Jan Palach arrivò qualche mese dopo.
Nel 1983, durante il secondo viaggio nella sua Polonia, Giovanni Paolo II tenne qui una gigantesca messa il 17 giugno, riempiendolo con oltre 100mila fedeli radunati sotto una enorme croce che sfidava il potere socialista.
Nel 1981, a causa di questioni tecniche, lo stadio fu chiuso. Rimase inutilizzato fino al 1989, quando dopo il crollo del comunismo fu trasformato nel mercato all’aperto più grande d’Europa. La società Damis lo prendera’ in affitto e vi aprira lo Jarmark Europa, un insieme di baracche e bancarelle dove si vendeva di tutto, ma proprio di tutto. Scarpe, vestiti, alimentari, cd contraffatti, memorialistica parasovietica e che era un ricettacolo, secondo la polizia, di commerci ben meno leciti. Il 22 agosto 2008 il mercato chiude.
 I primi inquilini dello Jarmark (questo il nome dell’emporio) erano polacchi. Gente che si mise a commerciare di tutto, tuffandosi avventurosamente nel cambiamento. In seguito aprirono negozi in città o acquistarono uno spazio nei centri commerciali che a partire dagli anni ’90 sono spuntati come funghi a Varsavia.
Al loro posto arrivarono cinesi, ucraini e soprattutto vietnamiti, il gruppo etnico più grande del paese. Con l’inizio dei lavori per la costrizione del nuovo stadio sono stati tutti sfrattati. Qualcuno si e’ trasferito nei mercatini all’aperto che rimangono. Altri si sono accasati nei nuovi ipermercati realizzati in periferia.Pochi parlano dei vecchi tempi. Gli spalti del Stadion Narodowy saranno presi d’assalto dai tifosi.